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Il segretario generale della Basilicata della Uil, Carmine Vaccaro, in una dichiarazione, ha definito «non più rinviabile un confronto allargato all’indotto Fiat di San Nicola di Melfi (Potenza)», dopo il fermo della produzione nello stabilimento del gruppo torinese a causa del mancato arrivo di un componente prodotto all’estero.

Secondo il segretario generale, «è sin troppo evidente che la fabbrica di Melfi paga le conseguenze di scelte scellerate che hanno visto, già da qualche anno, gruppi industriali dell’indotto Fiat trasferire all’estero (Tunisia, Turchia, Serbia) attività e quindi commesse acquisite da Fiat per Melfi. Per questo, un altro elemento da cui partire con una posizione unitaria è quello della trattativa sulla maggiore e diversificata produzione in Sata, questione che sta a cuore particolarmente alla Confindustria lucana che ha bisogno di stoppare i trasferimenti di produzione all’estero e dunque di ampliare l’attività dell’indotto a San Nicola di Melfi, di accrescere le relazioni aziende-Fiat».

Vaccaro ha chiesto a Confindustria Basilicata di «far sentire la voce degli imprenditori lucani nei confronti del management Fiat perchè le commesse dell’indotto siano tutte localizzate a San Nicola. Una richiesta – ha concluso Vaccaro – strettamente collegata a quella del secondo modello di auto che tutti rivendichiamo attraverso nuovi investimenti sia all’interno del Programma Fabbrica Italia sia della ‘mission’ affidata al Campus Tecnologico Auto di Melfi».

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