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La nuova aula consiliare della Camera di commercio della Provincia di Potenza, nella sede del capoluogo di regione, in via dell’Edilizia, consegnata poco prima di Natale, è un’autentica opera d’arte che ha l’orgoglio del “made in Basilicata”. A realizzarla è stata un’impresa potentina, Artigian Arredo, su un progetto dell’architetto Nicola Colucci. Si tratta di lavori di falegnameria per arredo particolarmente accurati, con un tavolo ovale per 31 postazioni. La scelta del materiale, anche per armadiatura e libreria – come spiega Peppino Gruosso uno dei titolari di Artigian Arredo – è ricaduta, non certo casualmente, sull’ essenza Bubinga. Il legno di Bubinga Kevasingo è un legno esotico tropicale duro Africano, di colore marrone scuro, rosso violaceo dopo la stagionatura che ha una resa lucente, spesso con macchie da viola rossiccio a viola. E’ ovviamente un materiale naturale particolarmente pregiato, anche se le sue caratteristiche meccaniche non sono molto diverse da altri legni comuni europei, mentre il suo fascino e la difficile disponibilità ne accrescono l’effetto finale del dopo lavorazione.
Il risultato è di sicuro prestigio per quella che è la sede istituzionale più importante dell’impresa della provincia di Potenza ed al tempo stesso una testimonianza della grande abilità di chi fa dell’artigianato artistico una ragione di professione e di vita. Il concetto di architettura modulare offre una cornice unica di grande attrazione. Di qui la nuova tendenza da intercettare per mobili su misura e per una linea eco-sostenibile: è la ricetta del successo di un’azienda familiare di arredamento che non teme la concorrenza delle grandi catene di arredo e complementi. L’offerta più innovativa è rappresentata dal Laboratorio di lavorazione del legno dove ogni articolo è da accuratamente scelto, restaurato, pulito, incerato, lucidato da esperti restauratori, in modo da renderlo affascinante per gli occhi e piacevole al tatto. Il fattore più importante resta la qualità, utilizzando solo materie prime atossiche e a basso impatto ambientale. Nell’epoca della massificazione generale, l’obiettivo più difficile da raggiungere ma al contempo il più ambito, è proprio quello di differenziarsi, affermando la creatività.

Pensare ad ambienti di lavoro, destinati ad uffici, va ben oltre il semplice arredare e approda, da qualche tempo – sottolinea ancora Gruosso – alla nuova tendenza di renderli sempre più funzionali, nel vero senso del termine. Le ore che si trascorrono in ufficio occupano un lasso di tempo sempre maggiore, anche in termini di intensità operativa, e per favorire il massimo rendimento di chi ci lavora occorre procedere valutando tutti i fattori e non solo quelli, nel caso della Cciaa, della sede di rappresentanza, quindi di “biglietto da visita” per tutti, specie di una categoria quale quella imprenditoriale che bada molto all’immagine.
Oggi, innanzitutto, è cambiato il metodo con cui si affronta il progetto dell’arredo, in particolare negli uffici di nuova costruzione: gli interlocutori che prendono decisioni in merito alle forniture e ai fornitori stanno privilegiando in maniera crescente la formula della interazione con alcune aziende, che assicurano, con il loro contributo, una selezione sempre più attenta, nonché l’ingaggio di fornitori credibili che possano garantire un servizio di qualità globale; ovvero prediligono la scelta di strutture competenti e flessibili che sappiano come dialogare con il progettista e con l’azienda stessa.
L’imprenditoria di settore, che in Basilicata non ha nulla da invidiare alla concorrenza extraregionale ed estera, nonostante resista la tendenza al ricorso di imprese fuori regione, è concentrata sulla prospettiva futura. L’attenzione è rivolta a costruire spazi che siano flessibili. Spazi organizzati e più razionali quindi, senza inutili sprechi di territorio, dotazione di tavoli destinati ad ospitare sempre di più moderne tecnologie e altri utili accessori, come schermi piatti o portatili (decisamente meno ingombranti dei vecchi monitor), ma che non priveranno l’operatore di uno spazio operativo, comunque, adeguato alle sue mansioni. Promuovere l’ idea, corretta anche dal punto di vista sociale, del “far abitare” gli uffici e non solo del doverli arredare, si coniuga con la necessità di assicurare l’effetto di un designer spesso, come per la sala riunioni della Cciaa, unico, senza per questo rinunciare ad un “modello mediterraneo” che rifugge da quello anglosassone di uffici con arredi essenziali e tecnologia moderna ma “senza anima”. E la scommessa vinta con l’aula consiliare in via dell’Edilizia è proprio l’anima di una struttura che racchiude razionalità e rigore per trasmettere un’immagine dinamica di un ufficio che non è il solito erogatore di certificati.

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