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E’ finito in manette, Antonio Futia, di 53 anni, latitante e ricercato dal luglio scorso. L’uomo è stato arrestato a Siderno dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Futia, ritenuto dagli inquirenti, l’uomo di fiducia di Giuseppe Commisso, capo dell’omonima cosca di Siderno, era ricercato nell’ambito dell’operazione “Crimine”, che nel luglio scorso aveva portato all’arresto di oltre 300 persone. Nel dicembre scorso, inoltre, è stata emessa un’altra ordinanza nei suoi confronti per l’operazione «Recupero» condotta contro le cosche di Siderno. L’uomo è accusato di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco.
Antonio Futia è stato sorpreso dai carabinieri del Comando provinciale e dello squadrone eliportato cacciatori per strada, a Siderno, mentre, probabilmente, stava spostandosi da un nascondiglio all’altro.
Secondo l’accusa Futia, avrebbe diretto le attività della cosca cosiddetta «della Lamia», associata a quella dei Commisso di Siderno, ed avrebbe preso insieme ad un altro associato, Michele Correale, le decisioni più rilevanti in relazione all’attività della cosca, impartendo ruoli e disposizioni agli affiliati a loro sottoposti.
Il latitante arrestato avrebbe avuto anche il compito di risolvere i contrasti all’interno della cosca e di curare i rapporti con gli altri elementi di spicco della cosca Commisso, occupandosi anche di garantire il controllo del gruppo criminale sulle coltivazioni e sul traffico di marijuana.
All’arresto di Antonio Futia i carabinieri sono giunti seguendo i movimenti della moglie del latitante e notando, in particolare, che la donna si recava a casa dei genitori portando delle borse voluminose. I militari hanno effettuato, così, un servizio di appostamento ed hanno sorpreso Futia mentre, fermo nei pressi della casa dei suoceri, aspettava la moglie che avrebbe dovuto consegnargli gli indumenti di ricambio.

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