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MIGLIONICO – L’attenzione e l’amore per il territorio della Collina materana della terra di cencree, ha portato, Mimmo Finamore, socio della Pro loco miglionichese, ad armarsi di carta, penna e macchina fotografica per realizzare un reportage particolare sulle coste del lago di San Giuliano, oasi Wwf.

In questa pagina vi presentiamo alcune delle immagini emblematiche di scorci dell’oasi protetta. Controllata e protetta da chi e da cosa? Non è dato sapere, vista l’entità e le quantità di rifiuti di ogni genere depositati sulle sue sponde e con i quali fauna e flora che dovrebbero essere protetti sono costretti a convivere. Un reportage fotografico visionabile nella sua interezza su internet sul sito https://www.miglionicoweb.itwww.miglionicoweb.it, ne documenta con illustrazioni particolari e la crudità delle immagini l’uso e la protezione in quest’oasi a volte davvero dimenticata e bistrattata. Un’amarezza nelle parole di Finamore, che per focalizzare l’opinione pubblica ad una attenzione maggiore verso questo luogo particolare che si estende fra i territori di Miglionico e Matera, lancia una proposta bizzarra e forte: «Vista la mole di rifiuti giacente da tempo su queste sponde che la rendono non un oasi ma una discarica a cielo aperto, perché non la rendiamo “autorizzata” così convogliamo i rifiuti da La Martella e magari convogliamo anche quelli di altre zone della nostra amata Italia di cui la diga ha assunto una simil conformazione?».

C’è rabbia nelle parole di Finamore, che precisa: «In ottobre con la Pro loco e il gruppo di escursionismo e trekking abbiamo organizzato una passeggiata di una decina di chilometri da Miglionico a scendere fin sulle sponde del lago e lungo il percorso intorno al lago, rifiuti d’ogni genere siamo riusciti a vederne parecchi. Rifiuti che giacevano e probabilmente giacciono e giaceranno lì per chissà quanto altro tempo, portati lì da “uomini” che non amano la natura e che per disfarsi di oggetti e quant’altro non si preoccupano di rovinare e far morire un ambiente che dovrebbero amare. E’ stato un colpo al cuore vedere lo scempio che c’è e di cui nessuno si preoccupa di salvaguardare ripristinando l’habitat naturale da rifiuti, dell’essere umano, contaminato».

Antonio Centonze

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