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Il Catanzaro di Tonino Aloi e dei tanti ragazzi in campo merita rispetto per aver difeso l’onore dei colori giallorossi. Contro la capolista Latina, imbattuta in campionato ed ennesima riprova della pochezza dello stesso, l’undici messo in campo quasi per miracolo dal tecnico giallorosso difende orgogliosamente la casacca uscendo battuto praticamente solo nel finale dopo avere tenuto testa ai laziali ed essere andati più volti vicino al pareggio. Altro ci sarebbe da dire sulla società e su chi ha permesso che si arrivasse a tale scempio, ieri ancora una volta conclamato dalla sconsolante visione di uno stadio desolatamente vuoto ed ormai impresentabile. La cronaca di ieri impone il commento di una gara che avrebbe potuto risolversi, vista la disparità di forze in campo, in un massacro ma che invece, come detto, si è risolta in una buona difesa dell’onore da parte dei ragazzetti in giallorosso.
Aloi, ad inizio gara, recupera qualcuno degli elementi della prima squadra ed affida le chiavi del centrocampo ad un volitivo Benincasa e le chiusure difensive ad un efficace intuizione con Lauteri al centro della terza linea. In avanti, invece, giostra Morello che fin quando è rimasto in campo dimostra almeno voglia di battersi. Dall’altro lato, la capolista Latina, priva dello squalificato Polani e del centrale di difesa Farina, si schiera con una formazione con Mancosu al centro della prima linea e Cafiero e Mariniello coppia centrale di difesa. Il Catanzaro paga dazio all’inizio del match. Probabilmente perché in preda all’emozione (o forse la freddo polare che grava sul Ceravolo), la difesa di casa regala infatti il primo gol ai nerazzurri laziali. E’ infatti il quinto giro di lancette quando una azione insistita tra Mancosu e Martinez provoca una mischia in area con la retroguardia catanzarese che non riesce a respingere permettendo dal dischetto del rigore allo stesso Mancosu un facile tap-in a porta sguarnita.

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