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UNA bellissima cartolina per Melfi. La città federiciana viene presentata molto bene nel film “Un giorno della vita”, l’opera di Giuseppe Papasso, girata praticamente per intero nel borgo tanto caro all’Imperatore. Piazza Duomo è il luogo dove si sviluppa il film, con le sue attività, la sede del partito ed il bar centrale, ma non mancano affreschi suggestivi dei vicoli del centro, caratteristici e affascinanti.
Inoltre la maestosità del Castello ed il borgo medievale, vengono ben rappresentati ed evidenziati, sottolineandone virtù e beltà. Insomma il regista Papasso non ha mancato di rimarcare le tante e variopinte bellezze di Melfi in questo film di “Tornatoriana”, memoria, ricco di spunti melanconici e nostalgici. Melfi e la Basilicata ci fanno una bella figura e la gente del posto apprezza il trattamento, oltre la storia che regge nella sua semplicità.
Il film riscuote successo, anche la critica lo rileva ed i melfitani sono accorsi in massa a seguirlo. Certo fa riflettere il fatto che la pellicola ambientata nel 1964, sottolinei la mancanza di un cinema in città. A 47 anni di distanza un problema più che mai attuale. Spalmato in quattro giorni e in quattro orari giornalieri, anche l’angusto e piccolo Ruggiero II, riesce questa volta a soddisfare le esigenze della collettività. I melfitani attratti anche dalla partecipazione di molti amici e parenti che figurano da comparse in alcuni casi o protagonisti di particine in altri, vanno a vedere il film trovandolo gradevole. Domenica pomeriggio alla proiezione era presente anche il piccolo Matteo Basso, il bambino protagonista di “Un giorno della vita”. Applausi per lui e indirettamente al film che per una volta tanto, esalta il fascino della Basilicata e di Melfi in particolare.
Lo stesso Matteo Basso nei prossimi giorni incontrerà i ragazzi della sua età e quelli più piccoli, in considerazione dell’idea apprezzabile di favorire la visione del film agli istituti scolastici elementari e medie inferiore della città. Sarà un incontro importante in cui sarà emozionante ed interessante verificare come i bambini reagiscono alla pellicola e a questa storia che ritaglia alla magia del cinema e ad un bambino il ruolo principe su cui gira l’intero lungometraggio. Sul tema sempre nei prossimi giorni, non mancherà un incontro dibattito anche con gli adulti, per parlare di un fenomeno in crescita, quale quello della filmografia che sceglie sempre più spesso la Basilicata, come teatro ideale e naturale per raccontare storie legate al nostro essere quotidiano.
Una considerazione finale. Visto il film, ritenuto un immenso spot per la città, sosteniamo che sia stato un peccato, oltre che un errore, non proiettare l’opera in anteprima nazionale. Mai soldi sarebbero stati spesi meglio, specie se si è sempre convinti che Melfi necessiti di un deciso rilancio turistico e culturale.
Emilio Fidanzio
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