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Ha detto solo «Mi fa male la testa; mi fa male il braccio» poi si è accasciato per arresto cardiaco ed è morto così, il piccolo Sergino Capparelli, un bambino di soli otto anni, mentre si trovava seduto al suo banchetto, in classe, tra i suoi compagni di terza elementare. È accaduto sabato mattina nella scuola di contrada Iotta, nel comune di San Marco Argentano. Erano le 10 e 45, era appena terminata la ricreazione e i bambini della sparuta classe, otto in tutto, si erano appena seduti ai propri posti.
«Abbiamo cercato subito di rianimarlo, io e altre due colleghe» ha raccontato Carmelina Vivona, l’insegnante di matematica del piccolo. «Poi abbiamo chiamato un medico che abita qui vicino e subito dopo è arrivata anche un’ambulanza del 118. Ma non c’è stato nulla da fare. È stato terribile: mentre stava scrivendo, si è accasciato ed è scivolato sotto il banco, con gli occhi sbarrati», ha raccontato ancora l’insegnante.
Il piccolo Sergio era sì vivace, ma non aveva fatto quel giorno nulla di strano o di defatigante. E alla fatica fisica era comunque abituato, dato che frequentava una palestra per imparare il karate. Il pubblico ministero della procura della Repubblica di Cosenza incaricato del caso, Adriano Del Bene, sentiti i sanitari, non ha disposto l’autopsia, evitando così una inutile violazione sul corpicino che è stato invece portato in ambulanza a casa dei genitori verso le due di ieri pomeriggio. Per i magistrati e i carabinieri della compagnia di San Marco il caso è quindi da considerarsi chiuso.
I FUNERALI
«Dio aveva bisogno di un altro angelo tra le sue schiere e ha chiamato in cielo il piccolo Sergino. E così lo ha dispensato di conoscere in fondo questo mondo corrotto». Con queste parole don Sergio Ponzo ha tentato di dare risposta all’assillante domanda che da sabato scorso molti si fanno: «Perché il Signore ha permesso che un bambino di otto anni morisse così: a scuola, seduto al suo banco, tra i compagni di classe?». È stata una risposta che probabilmente non ha convinto tutti, tra le centinaia di persone presenti, al funerale dl piccolo Sergino Caparelli. A quello che nessuno ha voluto chiamare funerale, ma festa di saluto a Sergio, c’era davvero tanta gente, a dire addio al piccolo e a dare conforto ai genitori, Debora e Daniele, e ai nonni. C’erano soprattutto i compagni di classe del bambino, che con i loro grembiulini blu e il fiocco rosso hanno aperto il corteo funebre lanciando fiori. Un tappeto di fiori lungo tutto il tratto di strada che dall’abitazione della famiglia Caparelli porta alla vicina chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo di contrada Cimino. Il momento più toccante della cerimonia è stato raggiunto quando una compagna di scuola di Sergio ha letto il messaggio dell’intera classe all’amichetto “partito”, all’amico affettuoso, allegre e generoso, sempre pronto a scherzare e a fare chiasso, ma intelligente e attento. «Penseremo a te ogni volta che vedremo i dinosauri che ti piacevano tanto. Sarai sempre nei nostri cuori».
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