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Francesco Fonti, il pentito di ‘ndrangheta che negli anni scorsi ha fatto dichiarazioni in merito alla presenza di relitti di navi carichi di rifiuti tossici nel Mediterraneo, davanti alle coste calabresi, sarà sottoposto venerdì prossimo all’impianto di un pace maker in attesa del trapianto del cuore.
Lo rende noto il legale di Fonti, Claudia Conidi, in una lettera inviata al presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, Gaetano Pecorella. Fonti, tra l’altro, aveva sostenuto che un relitto trovato al largo della costa di Cetraro, nel cosentino, era quello della Kunsky, un mercantile che lui stesso avrebbe fatto affondare con un carico di rifiuti. Secondo gli accertamenti del Ministero dell’Ambiente e dalla Dda di Catanzaro, invece, il relitto è quello della nave passeggeri Catania, affondata nel 1917 da un sommergibile tedesco.
«E’ dal giorno del ritrovamento di quella famosa nave – scrive l’avv. Conidi a Pecorella – che il cuore di Fonti è di continuo sottoposto a inutile quanto dannoso stress, avendo più volte asserito di essere stato lui stesso ad affondare quella nave per occultare i rifiuti e ciò al servizio di quella sporca masnada di delinquenti che ha popolato la sua vita di ex ndranghetista e che oggi si porta come un fardello sulla coscienza. Questo fardello, in parte riposto nelle mani della giustizia che ne ha fatto tesoro per infliggere giuste condanne, in gran parte è ancora pesante sulle sue spalle, e non è riuscito a disfarsene del tutto dinanzi la Commissione, mettendo così fine al suo scrupolo profondo, affondato con la nave mai più ritrovata».
«Fonti – ha aggiunto il legale – ha il cuore stanco e vuole partecipare questa prostrazione fisica e mentale, la sua crisi determinata dal fatto di non essere stato all’altezza di far ritrovare quella pericolosa zavorra che per tutti ormai non esiste più, ma che per lui c’è eccome».

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