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A seguito di un’intensa attività da parte dei carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro volta al contrasto dei reati in materia ambientale, sono state arrestate quattro persone e altre otto denunciate in stato di libertà. Sequestrati inoltredue cantieri, un escavatore e tre camion colmi di materiale inerte prelevato abusivamente dal greto del fiume Neto.
Le operazioni di controllo, coordinate dal Capitano Giorgio Mazzoli e condotte con l’ausilio dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro, hanno interessato una vasta area del Comune di Roccabernarda, in particolare nelle località “Niffi” e “Concio”, monitorate con attenzione dai militari.
Nella rete dei controlli sono cadute due ditte di lavorazioni inerti che operavano in assenza di autorizzazioni scaricando nell’ambiente pericolosi residui di lavorazione ovvero avevano realizzato una vera e propria cava abusiva su di un terreno formalmente destinato a miglioria.
Ma l’attività più pericolosa, per le potenziali conseguenze in caso di piena, bloccata dall’intervento dei militari con un blitz, è stata il furto di materiale inerte dal greto del fiume Neto, già “sorvegliato speciale” per l’alto rischio idrogeologico, oggetto negli anni di pericolose ferite ambientali.
Qui i militari hanno bloccato in flagranza di reato e tratto in arresto G.L. di anni 49, R.P. di anni 49, V.B. di anni 58 e M.C. di anni 44, tutti dipendenti di una ditta di costruzioni di Belvedere Spinello, il cui titolare è stato denunciato in stato di libertà, che con un potente escavatore meccanico e ben tre camion stavano letteralmente “mangiando” il greto del fiume per asportare sabbia e sassi utilizzati per trasformazione in cemento.
Un lucroso business già oggetto delle attenzioni dei militari della Compagnia di Petilia Policastro che in questo ultimo anno hanno avviato una campagna di monitoraggio delle numerose ditte di lavorazione inerti che insistono nella giurisdizione di competenza che ha fatto tristemente emergere come il rispetto delle norme ambientali e paesaggistiche sia una realtà troppo spesso ignorata da imprenditori con pochi scrupoli. Gli arrestati, convalidato l’arresto nella mattinata odierna, sono stati rimessi in libertà in attesa del giudizio, mentre i mezzi e le aree sono stati posti sotto sequestro.
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