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ROMA – Centosette secondi è il tempo che un operaio ha a disposizione alla catena di montaggio per effettuare la sua operazione. “107 secondi. Operai del Sud” è il titolo del documentario che racconta la storia di Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, i tre operai della Fiat Sata di Melfi licenziati lo scorso luglio con l’accusa di aver bloccato alcuni macchinari durante un corteo interno all’azienda, poi reintegrati dal giudice ma senza aver più avuto la possibilità di tornare in fabbrica a lavorare.

Una storia il cui prossimo capitolo verrà scritto proprio tra pochi giorni, il 18 gennaio, data prevista per l’udienza d’appello. «A Melfi in un referendum come quello di Mirafiori o Pomigliano vincerebbe il sì, si tratta di un ‘referendum-ricattò», ha detto ieri sera marco Pignatelli. «Ti levano il diritto di protestare se le cose vanno male – ha aggiunto – ed escludono chi non firma dalla rappresentanza sindacale». Il video racconto, girato dal giovane regista Bruno Federico e prodotto dalla casa di produzione indipendente Suttvuess in collaborazione con gli operai tedeschi di Stiftung Menschenwurde und Arbeitswelt, documenta il tour dei tre metalmeccanici per gli stabilimenti del Lingotto nel sud Italia.

Una marcia intrapresa «per difendere il diritto al lavoro e il rispetto della legalità» che da Melfi, a Cassino, passando per Foggia e Roma li ha portati ad incontrare migliaia di lavoratori, a confrontarsi con quel meridione operaio stretto tra la necessità del lavoro e la minaccia della disoccupazione. Sono storie, volti, esperienze, paure e disillusioni ripresi dalle telecamere in viaggio con gli operai tra settembre e ottobre 2010, prima e dopo il referendum di Pomigliano. Una marcia che si è conclusa con la grande manifestazione della Fiom svoltasi il 16 ottobre scorso a Roma.

Manuela Boggia

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