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Il presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria, Aurelio Chizzoniti (in foto a destra), primo dei non eletti al Consiglio regionale nelle ultime elezioni, ha reso noto in una conferenza stampa, di avere presentato alla Magistratura altri quattro esposti integrativi contro l’elezione di Antonio Rappoccio (in foto a sinistra). Gli ultimi due esposti sono stati presentati il 14 e il 23 dicembre 2010.
«Con gli stessi, Chizzoniti, ha ulteriormente documentato la continuità operativa raggirante volta a strumentalizzare in chiave elettorale, con condotte in atto, il dramma della disoccupazione giovanile attraverso la ‘la farsa delle fabbriche fantasma per conto di una perennemente sconosciuta multinazionale’. Specificando che la Cooperativa Alicante – tecnicamente inattiva – ispirata da Antonio Rappoccio (eletto in quota Pri nel cartello elettorale composta dal Nuovo Psi ed Udeur), nell’ambito del denunciato disegno criminoso assume un ruolo di fondamentale centralità investigativa, sottolineando altresì che, a distanza di ben due anni dall’avvio della infinita selezione volta ad assumere ben 400 lavoratori, nessuno è stato assunto».
Chizzoniti, prosegue la nota, «ha parlato, inoltre, di convocazioni recentissime per strumentali prove orali che si inseriscono strategicamente nel contesto delle ormai imminenti elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale e della Provincia di Reggio Calabria, così come è avvenuto per le già manovrate elezioni regionali del 2010; evidenziando quindi il cogente pericolo di un ulteriore inquinamento elettorale da parte dell’organizzazione Rappoccio».
«Il presidente del Consiglio comunale di Reggio riferisce – prosegue la nota – che tutti gli esposti integrativi sono il frutto della collaborazione spontanea di un gran numero di giovani che hanno volontariamente arricchito il magma probatorio documentando fra l’altro: il pagamento di quote associative alla Cooperativa Alicante in taluni casi loro richieste per ben quattro volte; le strane, ripetute, convocazioni per illusorie prove orali; recapitando al denunciante ben 63 schede loro consegnate prima del 28 marzo 2010 al fine di rendere tracciabile l’impegno elettorale agli stessi richiesto. Verificabile mediante l’indicazione preventiva, imposta agli aspiranti ad un posto di lavoro, della identità di coloro i quali avrebbero dovuto sostenere la candidatura Rappoccio in cambio di un’assunzione mai avvenuta. Le schede, già trasmesse alla Procura della Repubblica con l’esposto del 23 dicembre 2010 ed offerte in visione alla stampa riportano, con inaudita gravità ed agghiacciante disinvoltura, non solo gli estremi personali degli elettori ma anche il nome della sezione, il numero della stessa, le sigle con l’ok o meno dei fedelissimi implacabili controllori di Rappoccio».
«Chizzoniti ha evidenziato – conclude la nota – la collaborazione per libera scelta di figli di sottoufficiali delle Forze dell’Ordine, della Polizia Urbana di Reggio, nonchè l’incisivo apporto di un giovane organico ai quadri direttivi del Pdci della provincia di Reggio».
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