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POTENZA – Hanno firmato tutte le domeniche per un anno e due mesi. Anche d’estate quando non giocavano i rossoblù. Hanno dovuto segnalare tutti i loro spostamenti perchè i fatti di quella maledetta domenica al Viviani erano costati il daspo anche a tre tifosi che non avevano niente a che vedere con gli scontri, ma erano finiti nel registro degli indagati per istigazione alla violenza. Ieri mattina il gip Luigi Spina li ha assolti dalle accuse con formula piena, ed è probabile che Ermanno Zaccardo, Sergio Pizzichillo e Maurizio Vignola, adesso cercheranno di rivalersi per il danno che hanno sofferto, ma non sembra che ci siano molti precedenti in materia.
Resterà alla sbarra, invece, il poliziotto che li ha inguaiati. L’ispettore Giovanni Papalia, all’epoca in servizio col reparto celere di Taranto, si è beccato un’imputazione coatta per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Il pm Francesco Basentini per due volte aveva chiesto l’archiviazione, e per due volte l’avvocato Sebastiano Flora si era opposto, così alla fine c’ha pensato il gip Gerardina Romaniello, senza andare troppo per il sottile.
La denuncia contro l’agente era partita da Ermanno Zaccardo, fedelissimo del Potenza, dopo aver letto la nota di servizio a corredo del Daspo che gli era stato recapitato.
Tra potentini e perugini le ruggini risalivano all’anno prima, quando la squadra lucana con in testa il suo presidente Giuseppe Postiglione accusò i giocatori biancorossi di averli aggrediti al rientro negli spogliatoi del Curi. La partita era finita 0-1 per gli ospiti, e a distanza di qualche mese i grifoni si erano presi la loro vendetta espugnando il Viviani per 1-2.
All’uscita i supporters delle due squadre si erano incontrati e da uno scontro verbale si era passati velocemente ai fatti, con un assalto al pullman perugino a forza di sassi lanciati per aria. Solo l’intervento della polizia in assetto antisommossa era riuscito a placare gli animi, ma il pullman ripartito in direzione Perugia portava ben visibili i segni della sassaiola.
Dopodichè gli agenti sarebbero tornati davanti al Viviani. Cosa sia successo lì non si può dire ancora con certezza, ma Zaccardo ha denunciato che sarebbe stato il poliziotto a accendere la mischia tirando un ceffone a Maurizio Vignola. A questo punto lui e l’amico, Sergio Pizzichillo, si sarebbero avvicinati per dirgli di aver visto quello che era appena successo, e che sarebbero stati disposti a testimoniare. L’agente avrebbe visto la mala parata e si sarebbe reso conto del suo gesto, correndo subito ai ripari denunciando un’aggressione ai suoi danni organizzata da quei due che avrebbero potuto inchiodarlo per l’errore appena commesso.
Prima il gip Gerardina Romaniello, poi il gup Luigi Spina devono aver creduto a questa versione. Tant’è che l’ispettore è imputato di falso e abuso d’ufficio, mentre Zaccardo (che è stato sempre presente in aula durante le udienze), Pizzichillo e Vignola sono stati assolti. Le motivazioni verranno rese note solo nei prossimi giorni.
Si terrà un regolare dibattimento per altri tre tifosi, imputati sempre per fatti collegati. Due sono potentini, Danilo Marchese e Raffaele Ricci, mentre uno è un perugino in trasferta. A loro vengono contestati altri reati che non hanno a che vedere con l’episodio del “ceffone”. Dovranno comparire davanti al Tribunale e rischiano condanne molto severe.
l.a.

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