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di SALVATORE SANTORO
Due presidenti, due stili diversi. Anche i ruoli istituzionali sono differenti. Il primo, Vito De Filippo, è il leader della giunta regionale. In pratica è il governatore: quello che decide la linea strategica e politica della Basilicata. E’ stato eletto presidente direttamente dai cittadini (per due volte consecutive) superando sempre il 60 per cento: due lucani su tre lo votano.
Il secondo, Vincenzo Folino, è il presidente della massima assemblea legislativa di Basilicata. Una sorta di garante del buon funzionamento dei lavori del consiglio. Eletto come consigliere da oltre 8 mila lucani (superato in termini di voti solo da Marcello Pittella) è stato poi designato presidente dal voto consiliare: per lui hanno votato oltre a tutti quelli del centrosinistra anche gli “oppositori” Mollica e Falotico.
Entrambi hanno aspirazioni di avanzamento di carriera. De Filippo sicuramente a Roma o a Bruxelles. Folino forse a Roma, ma più probabilmente le aspirazioni sono proprio per rimanere presidente ma salendo di un grado: dal consiglio alla giunta.
In ogni caso, entrambi hanno svolto la loro conferenza, come protocollo, annuale. Di bilancio di 8 mesi di attività consiliare per Folino, di consuntivo e programmazione per De Filippo. Due conferenze con lo stesso canovaccio rigoroso. Un po’ più di gala quella della giunta, più spartana quella del consiglio. Anche per i doni offerti ai giornalisti: un set di penna e matita, più libro sui “Grandi lucani” e block notes è la scelta di De Filippo. Un cd e due riviste edite (di produzione propria) la scelta di Folino. Ma entrambe con un comune denominatore: svolte non a fine anno ma nella seconda settimana del nuovo anno. Uno slittamento rispetto alla consuetudine dovuto alle notizie sulle indagini giudiziarie riguardanti l’ospedale San Carlo con entrambi i presidenti protagonisti delle stesse indagini portate avanti dalla Procura di Potenza.
Subito dopo natale infatti, le notizie e le rivelazioni ancora si rincorrevano tra smentite e precisazioni. E i due presidenti hanno aspettato che il quadro diventasse più netto prima di presentarsi davanti i giornalisti. Ma tutti e due hanno guardato bene dall’inserire il tema nelle lunghe relazioni preparategli dagli uffici comunicazione della Regione. Hanno aspettato le domande. Per poi farsi trovare ben preparati. La strategia, benché i due presidenti abbiano “tattici” che hanno studiato in botteghe politiche diverse, è la stessa. Anche il messaggio reso: ben vengano le indagini. Anzi di più. C’è stato quasi un ringraziamento nei confronti della magistratura e un invito a proseguire per far emergere la verità.
Qualche differenza c’è stata però. De Filippo non ha fatto sconti: «Se qualcuno dei miei collaboratori ha sbagliato deve pagare personalmente. Ma non credo sia verosimile». Folino un po’ più retroscenista, se l’è presa con l’antipolitica e i “cortocircuiti” già visti in Toghe lucane tra giornali, politici della sua parte politica e magistrati. Insomma uno fa un po’ più lo statista l’altro quello dal brutto carattere. Un film già visto. Ma forse, a breve, di nuovo nelle “sale” lucane.
Intanto c’è da registrare un “fatto” nuovo nella “disputa” che sta tenendo banco sul nostro giornale: il “generale” Bubbico prende a “randellate” l’ottimo Di Consoli. Gli rimprovera di aber esagerato nelle critiche nei confronti di Folino. Insomma tra lo scrittore e il suo vecchio “compagno” di partito l’ex presidente della Regione Bubbico non esita. Sta con Folino e per evitare di non farsi comprendere bene usa con Di Consoli usa toni che non eravamo più abituati a sentire dal senatore.
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