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di LUCIA SERINO
Un poliziotto che non ha paura di dire le verità, Vittorio Pisani, capo della Squadra mobile di Napoli, l’altro giorno in un’intervista pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno spiegava come la camorra fosse diventata, in Campania, un alibi. Una giustificazione comoda per spiegare l’inamovibilità della catastrofe sociale della regioni a noi così vicina. E raccontava un significativo aneddoto, raccontava di aver visto camorristi sbarcare al porto e togliersi il rolex. A significare che alla criminalità (quella non organizzata e che non per questo va chiamata microcriminalità) nessuno sfugge, neanche un killer. Le considerazioni di Pisani dell’altro giorno fanno seguito a un’altra clamorosa intervista nella quale il poliziotto di origine calabrese, con grande coraggio comunicativo, affermava che a suo avviso Saviano non aveva bisogno della scorta. Un’eresia, a detta di tutti, ma il poliziotto non ha mai fatto dietrofront, ha ribadito più volte, anzi che, valutate le minacce che lo scrittore di Gomorra denunciava di aver ricevuto,… aveva dato parere negativo al sistema di protezione. «Faccio anticamorra dal 91, argomentava Pisani, e non ho mai avuto la scorta». Ci sono regole deontologiche che vanno rispettate anche se si ha a che fare con i delinquenti. Questo vale per gli sbirri e vale per i cronisti.
Attenzione dunque a considerare tutti ” i giornalisti infami” degli eroi. Nel caso di Nello Rega siamo precipitati in un baratro investigativo. Da troppo tempo il giornalista potentino subisce attentati, a Roma e in Basilicata, da troppo tempo non si riesce a venire a capo di questa storia. Chi lo vuole morto, gli integralisti islamici? Gli investigatori gli credono o no? Ieri Rega è stato inondato di messaggi di solidarietà, ma noi vogliamo capire. Nessuno finora ha avuto il coraggio di dire se Nello Rega mente, bluffa, se è un mitomane, se si invia i proiettili da solo, se è, in altri termini, vittima solo del suo protagonismo, se ha problemi con gli integralisti sì, ma diversi da quelli che possono venire da inabili Hezebollah che sbagliano mira su una Basentana perennemente deserta. Se fnora non è stato adeguatamente tutelato, come egli sostiene, è perchè non gli viene dato credito? Se invece è fondato l’allarme, perchè è stato sottovalutato? A noi lo devono dire i poliziotti e i carabinieri ai quali Rega si rivolge con ostinata puntualità a presentare denuncia. Lo devono dire i magistrati che indagano. Rega è o non è un giornalista “infame”, un cristiano che gli islamici vogliono morto? O ha altri problemi? Quali relazioni di servizio sono state fatte dalle autorità lucane al ministero degli Interni? Che tipo di indagini sono state svolte finora? Esiste una cellula terroristica nella nostra regione? Possibile he su questo non ci sia un’allerta dei Servizi? Insomma quante cose hanno da fare a Potenza le forze dell’ordine? A quanti attentati stanno lavorando, quanti sono i giornalisti minacciati? Non siamo a San Luca. Delle due l’una, se Nello Rega bluffa spudoratamente abbiate il coraggio di smascherarlo e di mettere fine alla telenovela. Se così non è, allora siamo tutti in pericolo, in Basilicata più che in Campania o in Calabria. Perché in una regione come la Calabria nel giro di poco sono riusciti a sapere chi aveva messo l’arsenale sulla strada di passaggio del presidente della Repubblica. A Potenza non si viene a capo di questa sporca faccenda. Non è che l’Islam sta diventando un alibi come la camorra?

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