2 minuti per la lettura
E’ stato ucciso a coltellate da un amico a cui aveva promesso un passaporto falso per espatriare, il barista portoghese morto ieri sera intorno alle 21.30 all’ ospedale civile di Alghero, dopo un intervento chirurgico che non è servito a salvargli la vita. Angelo Ricardo Da Silva De Jesus, 45 anni, è stato colpito con diversi fendenti al petto, con un coltello da cucina, durante una lite all’interno del suo appartamento di via Amsicora ad Alghero. L’uomo è morto nel reparto di Rianimazione a causa delle gravi emorragie interne provocate dalla lama lunga 20 centimetri e larga quattro. A colpirlo, al termine di una violenta discussione, è stato – secondo gli inquirenti – Giuseppe Sassenti, 51 anni, di Reggio Calabria. I due si conoscevano da tempo e il presunto assassino era ospite della sua vittima. Da ieri sera l’uomo è rinchiuso nel carcere di San Sebastiano di Sassari con l’accusa di omicidio volontario. Sono stati gli agenti del Commissariato di Alghero, guidati dal dirigente Valter Cossu, a rintracciare Sassenti a bordo dell’ auto del portoghese, poco dopo l’omicidio, mentre cercava di allontanarsi da Alghero. Secondo la ricostruzione degli agenti del Commissariato, Da Silva aveva promesso a Sassenti un passaporto falso per lasciare l’Italia. Il calabrese aveva paura di finire in carcere dovendo scontare alcuni anni di reclusione per condanne legate a reati contro il patrimonio commessi tra Roma e Milano. Per il documento, che avrebbe ottenuto grazie a conoscenze nel mondo della criminalità portoghese, Da Silva aveva chiesto inizialmente all’amico 3.500 euro. La cifra sarebbe però lievitata fino a 5.000 euro. Per questo motivo ieri sarebbe nata la discussione tra i due durante il pranzo a casa di Da Silva. Sassenti, in preda a un raptus, avrebbe preso un coltello da cucina e avrebbe colpito l’amico almeno tre o quattro volte. Poi, a bordo della Peugeot 207 di Da Silva, avrebbe provato a lasciare la città. La vittima è invece scesa per strada e, seppure in un lago di sangue, ha avuto la forza di chiedere aiuto ad alcuni passanti che lo hanno accompagnato al pronto soccorso. Da quel momento sono scattate le ricerche del responsabile dell’aggressione. Scavando nel passato di Da Silva e tra le sue conoscenze gli agenti sono risaliti a Sassenti. Un testimone ha riferito di aver sentito delle urla provenienti dall’abitazione del barista e di aver visto il calabrese allontanarsi a bordo dell’auto della vittima. Tra i due c’erano già stati dei litigi e in più di un’occasione la Polizia era intervenuta nel bar Malindi, in via Don Minzoni ad Alghero, gestito dal portoghese. Quando gli agenti hanno bloccato Sassenti all’uscita della città catalana l’uomo era sconvolto. È stato lui ad accompagnare la Polizia a casa della vittima. Il coltello era stato lavato e poggiato sul piano della cucina, ma la casa era ancora imbrattata di sangue.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA