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LAGONEGRO – Il pubblico ministero di Lagonegro, Francesco Greco, potrebbe lasciare la piccola procura lucana per far ritorno negli ambienti giudiziari calabresi. Il tribunale amministrativo del Lazio, prima sezione, nei giorni scorsi, ha infatti accolto il ricorso di Francesco Greco, già pm di Paola ed attualmente sostituto procuratore a Lagonegro, che era stato impegnato tra l’altro nelle inchieste sulle “navi dei veleni” ed in un filone d’inchiesta Why Not poi accorpato nell’inchiesta catanzarese avocata dalla Procura Generale.
Da quanto si apprende dalla sentenza del Tar, Greco, nel ricorso, facendo evidente riferimento alla sede di Catanzaro e alla sua Procura generale, ha sostenuto che la decisione del Csm «è dipesa esclusivamente dalla volontà di allontanare il ricorrente da una sede giudiziaria ambita, ove egli, applicato non molto tempo prima, aveva svolto attività di indagini particolarmente rilevanti (procedimento “Why not”), causa di inimicizia con il procuratore della Repubblica facente funzioni di Paola, e di contrasti interni alla Procura stessa». Greco era stato trasferito da Paola a Lagonegro, in seguito ad una delibera del Csm che aveva ritenuto incompatibile la sua permanenza a Paola e nell’intero distretto giudiziario di Catanzaro.
Sembrerebbe che il Csm aveva motivato la sua decisione facendo riferimento al rapporto sentimentale tra Greco e un avvocato operante soprattutto nei tribunali di Paola e Cosenza. Nel suo ricorso al Tar del Lazio, Greco aveva tra l’altro sostenuto che il Csm, in un precedente giudizio sullo stesso motivo, aveva ritenuto di non rilevare l’incompatibilità ambientale, che la relazione sentimentale con la signora in questione era stata interrotta e che non vi era mai stata una situazione di convivenza.
Il Tar del Lazio, con una decisione immediatamente esecutiva, ha parzialmente accolto il ricorso di Greco, riconoscendo la validità della decisione dell’organo di autogoverno di allontanarlo da Paola, ma non da Catanzaro e ha annullato le delibere del Csm di approvazione della graduatoria per la copertura dei posti presso la Procura generale di Catanzaro. Con l’esclusione di Greco, l’organo di autogoverno della magistratura aveva attribuito i primi tre posti ai giudici Marisa Manzini, Salvatore Dolce e Eugenio Facciolla. Proprio quest’ultimo prima di approdare alla procura generale di Catanzaro era sostituto a Paola e quindi collega di Greco. Ora bisogna vedere se il Csm lascerà scorrere in modo tranquillo l’esecutività della decisione del Tar o se intraprenderà nuove e diverse iniziative o si procederà ad un possibile avvicendamento sulla base di un ricorso in sede amministrativa di un magistrato,che vuole far valere i propri diritti.
Emilia Manco
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