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Esattamente un anno fa iniziava a Reggio Calabria l’offensiva della ‘ndrangheta contro i magistrati della Procura generale e della Dda, con una serie di attentati ed intimidazioni. Oggetto degli atti intimidatori, il procuratore generale, Salvatore Di Landro, ed il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone. L’anniversario sarà ricordato con una serie di iniziative: stamattina, convegno incentrato sul protocollo sottoscritto dalla Procura generale e dall’Azienda Calabria Lavoro nell’ambito dell’obiettivo Sviluppo, legalità e sicurezza. All’iniziativa è prevista la partecipazione del presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti.
Nel pomeriggio, su iniziativa del movimento ‘Reggio non tace’, è in programma un incontro alla Provincia. In serata, infine ci sarà un corteo che si concluderà davanti alla sede della Procura generale.
La «strategia della tensione» contro i magistrati ebbe inizio il 3 gennaio 2010, con la bomba fatta esplodere davanti la sede della Procura generale. Nel giugno successivo l’automobile di servizio di Di Landro, lasciata nel parcheggio del Centro direzionale, dove ci sono gli uffici della Dda, venne sabotata con l’allentamento dei bulloni di una ruota. Stesso trattamento venne riservato alla vettura del Procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo.
Il 26 agosto, poi, una bomba fu fatta esplodere davanti al portone dell’abitazione di Landro. L’ultimo episodio risale allo scorso mese di ottobre, quando fu lasciato un bazooka davanti alla sede della Dda reggina. Poco prima del ritrovamento, una telefonata anonima ne aveva dato l’annuncio al 113, definendo il gesto «un messaggio per Pignatone».
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