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di Renato Carpentieri
SESTO posto per il Matera, venticinquesimo per il Melfi. Senza dubbio, in questa categoria, e non solo, ha inciso la Tessera del Tifoso, uno dei principali deterrenti per chi non ha metabolizzato (o non ha voluto farlo) le nuove regole tra cui biglietto da fare in anticipo, nominativo e obbligo di schedatura per gli abbonati. Stadi vuoti al ricco Nord ce ne sono sempre stati, ma in una terra dove le industrie sono tante è facile trovare chi in maniera intelligente sfrutta il calcio per scaricare dei costi pubblicitari. Però il calo è notevole se si parte da una media di 142 spettatori della Giacomense ai tremila e passa di Avellino. Numeri che hanno delle spiegazioni. Abbiamo preso in considerazione i dati ufficiali della Lega Pro, disponibili sul portale della branca della Figc, medie relative agli spettatori paganti più gli abbonamenti più i biglietti omaggio fino a novembre 2010. Non sempre la posizione in classifica rispecchiano uno stadio pieno. Infatti, i soli 159 spettatori di un Pomezia terzo in classifica sono un dato che deve far riflettere. Sono fuori classifica le squadre che non giocano a porte aperte tra cui spicca il Neapolis e non c’è il Milazzo perchè finora ha giocato solo una gara a dicembre e questi dati pubblicati a sinistra sono relativi a novembre.
QUI MATERA- Guardando in casa nostra, Matera sembra essere ben messa con i suoi 1298 spettatori di media e si potrebbe commentare come un dato confortante. Ma non è così. Perchè, il sesto posto è da leggere diversamente. Infatti, dividendo gli incassi con il numero di media spettatori viene fuori un prezzo di poco più di 4 euro e 40 centesimi. Ma l’arcano è subito svelato. Infatti in casa biancazzurra con i posti numerati esistono biglietti e abbonamenti a due euro a gara (venti euro per l’abbonamento stagionale) per consentire a padre e figlio di poter assistere alle gare uno vicino all’altro. Tutto questo fa numero e non incasso, perchè 5720 in media a gara (comprensivi di quota abbonamenti) posizionerebbe il Matera intorno al sedicesimo posto.
QUI MELFI- All’inverso per il Melfi i dati. Perchè i 4580 euro incassati per 473 spettatori di media fanno quasi dieci euro a a partita. Quindi, pochi abbonamenti e molti biglietti da tribuna. Qui la Tessera del Tifoso ha mietuto vittime peggio di Matera. Sono, quelli di Matera e Melfi, due casi diversi che mutano le medie e che però vanno interpretati tenendo presente un panorama nazionale non certo roseo dal punto di vista dell’economia. Però, notare che ci sono squadre che incassano sotto ai mille euro a partita è davvero deprimente. Perchè a questo tipo di incasso c’è da aggiungere la spesa obbligatoria degli steward. Diventa logico poi assistere ai fallimenti ed allo svuotamento degli stadi se ad ogni società si impone un percorso ad ostacoli a volte insormontabili, perchè gli obblighi a cui assolvere sono legati anche alle possibilità delle Amministrazioni comunali che non sempre possono intervenire in maniera e in quantità necessaria secondo le nuove regole della Legge Maroni. Non è un caso vedere che nelle prime sei squadre in graduatoria ce ne siano ben quattro ripescate ed assenti dal calcio professionistico da parecchio. L’Avellino con i suoi trascorsi in A, specialmente, ha una media di tremila spettatori a gara. Dove c’è un rapporto crisi-pubblico-abbonamenti è a Brindisi. Otto euro in media a spettatore. Abbonamenti a prezzo accessibile e, nonostante i risultati deludenti, una media alta. Come dire che i nomi hanno colpito ancora. Non il progetto. Perchè il Brindisi non ne ha. Invece a Matera e Melfi ci sono le basi per fare calcio nell’unica maniera possibile per non fallire. L’elisir di lunga vita sono i giovani. Buoni. Matera e Melfi ne hanno e quindi hanno grosse possibilità di sopravvivere, anche se il pubblico sembra non apprezzare il realismo con il quale si muovono.

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