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Il giovane Leo Italiano, ucciso e trovato nelle campagne di Delianuova, era il vero obiettivo del killer. Ne sono convinti gli inquirenti che stanno coordinando le indagini sull’omicidio, il Procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e il sostituto Giulia Pantano.
Il sicario voleva uccidere proprio il giovane Italiano e tale consapevolezza emerge da alcuni riscontri oggettivi raccolti sul luogo dell’omicidio. Il killer ha puntato il fucile proprio su Italiano e non sul cognato che si trovava immediatamente dietro di lui sul quel sentiero di montagna che conduceva in una fattoria in località Moio dove i due erano andati per accudire alcuni animali ricoverati in una stalla. Se avessero voluto far fuori il cognato, Salvatore Macrì, che si trovava con lui, avrebbero potuto farlo.
Macrì è stato sentito a lungo dai carabinieri ai quali ha raccontato le fasi drammatiche così come si sono succeduti mattina di mercoledì scorso. Ha spiegato il panico che lo ha avvolto quando ha sentito gli spari ed ha visto cadere il cognato raggiunto dai pallettoni. Si è rifugiato tra gli arbusti e solo quando si è sentito fuori pericolo ha chiamato i carabinieri e il 118 per informarli di quanto era avvenuto.
Ora per evitare che la scia di sangue possa allungarsi i militari stanno compiendo numerose attività di controllo del territorio e dall’altra gli approfondimenti investigativi per capire il movente che ha portato all’esecuzione di Leo Italiano. Per meritare una fine così efferata Leo Italiano si deve aver reso protagonista di qualcosa di particolarmente grave, tanto da portarlo alla morte a soli 25 anni.
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