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E’ iniziato con un minuto di raccoglimento per ricordare i sette ciclisti morti a Lamezia Terme il «Premio FCI Calabria 2010» tenutosi a Reggio, nella sala «Giuditta Levato» del Consiglio Regionale. L’organizzatore, Mimmo Bulzomì, presidente della Federciclismo calabrese, in presenza del grande campione Francesco Moser, ha consegnato una bicicletta da corsa al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti (in foto).
Cinque personalità calabresi, invece, sono state insignite con il Distintivo d’oro FCI: i consiglieri regionali della Calabria, Giovanni Nucera, Alberto Sarra e Nazzareno Salerno, il giornalista Carlo Parisi e l’avvocato Domenico Sorace. Infine, alla giovane ricercatrice scientifica calabrese, Luana Colloca, esperta internazionale nel mondo delle neuroscienze ed impegnata nello studio e nella rivelazione delle dinamiche del dolore, è stata consegnata una creazione di Gerardo Sacco. Ospite dell’evento, il presidente del Coni Calabria, Mimmo Praticò.
Nel consegnare la bici a Scopelliti, Bulzomì ha avanzato tre richieste: la realizzazione di piste ciclabili, l’allestimento, per ogni provincia della Calabria, di un anello ciclabile per l’attività dei più piccoli ed un contributo economico al Comitato Regionale per sostenere l’attività agonistica giovanile. «Una richiesta – ha detto Bulzomì – per dare il giusto riconoscimento a quanti svolgono attività di tasca propria, mentre grossi contributi pubblici vengono, spesso, elargiti a società fittizie».
«La bicicletta – ha risposto Giuseppe Scopelliti – si addice molto al percorso che abbiamo intrapreso in Regione. Ringrazio Bulzomì per questa splendida iniziativa in un periodo in cui il ciclismo e la Calabria sono balzati agli onori della cronaca per una tragedia. Dobbiamo andare avanti e rivolgiamo, soprattutto a questi giovani campioni, l’incoraggiamento, lo stimolo ed un ringraziamento per quello che fanno e faranno per questa terra in sella alla loro bicicletta. Il ciclismo è uno sport che, a volte, viene messo in secondo piano ma che continua ad aggregare tanta gente. Uno sport che sopravvive grazie ad un gruppo di appassionati che non bisogna lasciare soli. Questo, per la Regione, è un momento di grandi ristrettezze economiche ma stiamo pensando di assumere un impegno rispondendo alle vostre richieste come già, per lo sport, abbiamo fatto, varando una legge che in Calabria mancava da 26 anni».
«E’ un onore – ha concluso il governatore della Calabria – conoscere Francesco Moser e ricevere questa bicicletta che, appena potrò, comincerò ad usare. Essa sarà il simbolo di un lavoro che per noi, in Regione, rappresenta la voglia di scalare le vette più alte».
Il grande campione Francesco Moser, che nella mattinata ha incontrato i familiari delle sette vittime lametine, ha invitato a riflettere sul tragico accaduto: «Spero – ha detto Moser – che queste morti servano a creare un nuovo trend sull’uso della bicicletta. Le piste ciclabili devono, necessariamente, rientrare nel programma di sviluppo di una regione che vuole creare turismo sportivo. In Trentino ci sono da più di vent’anni e la Calabria possiede tutti i requisiti naturali per poterne essere all’avanguardia. In quanto ai contributi, anche con poco si comincia a ridare sicurezza a questo sport». «Le piste ciclabili – ha detto il segretario del Sindacato dei giornalisti della Calabria e presidente della Federciclismo reggina, Carlo Parisi – sono un sogno per chi ama pedalare, è vero, ma esiste un metodo molto più semplice ed a costo zero. La Regione si faccia promotrice, attraverso le amministrazioni comunali, della chiusura al transito delle auto di alcuni spazi per alcune ore la settimana, offrendo ai cittadini il piacere di vivere lo sport in tutta sicurezza, magari a pochi passi da casa. Non necessariamente strutture esagerate, dunque, per andare a spendere e spandere soldi che nemmeno ci sono, ma due transenne e due vigili per poter pedalare, pattinare o passeggiare tranquillamente senza rischiare di morire per strada. In una regione tristemente famosa per i morti ammazzati, anche le morti sulle strade sono decisamente un pò troppe». «Ringrazio – ha continuato Parisi – le autorità regionali che sono rimaste ad ascoltare la nostra voce. Francesco Moser, il quale incarna più di ogni altro, passione sacrificio ed umiltà, e la dottoressa Luana Colloca, rappresentano quei valori meritocratici che in questa regione, purtroppo, non vengono riconosciuti. Occorre valorizzare i giovani, dunque, ed il ciclismo è uno sport dove non basta chiedere il cambio e starsene in panchina, perchè, chi non pedala, rimane indietro. Il doping, inoltre, in questa attività non paga. Si può vincere in una stagione, ma non si può costruire una carriera come quella di un campione come Moser». In merito alla Legge dello sport, Parisi ha dichiarato che «deve avere un regolamento serio perchè deve sostenere e premiare le società sportive che fanno realmente sport. I contributi economici alle società devono passare attraverso il Coni e le federazioni, unici soggetti che conoscono quanti realmente praticano l’attività sul territorio». «Infine – ha concluso Parisi – ci ritroviamo a parlare di ciclismo dopo una tragedia, ma voglio ricordare che su quelle sette bare c’erano le bandiere del Coni, volute dai familiari perchè i valori dello sport non hanno colore politico».

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