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di GIANCARLO BREGANTINI*
Carissimi, è con gioia grande che accolgo l’insistente ma gradito invito del direttore de “Il Quotidiano della Calabria”, Matteo Cosenza, che mi invita a formulare un rapido augurio per le famiglie della Calabria in occasione del Santo Natale. Lo faccio in qualità di Presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali, lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del Creato. Lo faccio con tanta gratitudine nel cuore per i miei 25 anni di presenza in questa amata terra, tra Crotone e Locri. Ora in Molise rilancio con fecondità tante cose ivi apprese. Traggo dalla parola “Auguri” tre riflessioni, che compongo sotto la lettera “A”: ascoltare, accompagnare, asciugare. Sono i miei auguri, per tutti voi, carissimi. Ascoltare. Ho ammirato, come altre volte, la cordiale ora di ascolto che il nostro presidente della Repubblica ha concesso agli studenti sul tema dell’università. Uno spazio per dialogare, piegare il cuore verso chi, come giovane, guarda con trepidazione al suo futuro, incerto e a tratti sfuggente. Fonte di tanto malessere! Ecco: siate capaci di tanto ascolto, nelle famiglie, tra la gente, come Chiese di Calabria. E’ quell’ascolto che si fa subito condivisione e prossimità, per usare proprio una parola molto utilizzata nella recente Settimana Sociale di Reggio Calabria. E’ la stessa “prossimità” che Gesù ha usato con noi, nel farsi come noi: “ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo ed ha lavorato con mani d’uomo!”. E’ il Concilio che ci rappresenta così, in chiarezza e speranza, il mistero densissimo del Natale. Accompagnare: è quel gesto che nasce dall’ascolto e lo prolunga nelle giornate, anche semplici e comuni. Ti fai vicino e stendi la mano, accompagni, insegni pericoli e spieghi risorse. Non ti sostituisce, perché sai rilanciare le innate energie spirituali ed intellettuali che possiedi, in abbondanza, come i ragazzi di Calabria! In Molise, stiamo leggendo con vera sorpresa positiva il testo biblico di Tobia. Ebbene, un giorno, quel ragazzo, accompagnato dall’angelo Raffaele (che significa “Medicina di Dio”!) si getta in un fiume per un bagno ristoratore, in un viaggio faticoso. Ma sta per essere azzannato da un grosso pesce: grida e fugge. Ma Raffaele spiega: “prendilo quel pesce; da pericolo, si trasformerà in risorsa!”. Questa è l’arte dell’accompagnare: un Dio che ci dà la mano, in Gesù che cammina sulle nostre strade. Perché è l’Emmanuele! Asciugare: perché tante sono sia le ferite, sia le lacrime di questo periodo. La terra di Calabria, poi, di sofferenze è particolarmente segnata. Anche in questi giorni! A vari livelli. Chiede perciò una prossimità fatta accompagnamento, che divenga solidarietà reale ed effettiva. Che ci aiuti a vincere la “paura”, quel nemico mortale che paralizza e blocca! Gesù Bambino, piccolo ma forte, mette paura ad Erode, cioè alla mafia, ma risana ed accoglie i pastori. Un sincero augurio di buon Natale a tutti.
Arcivescovo di Campobasso-Boiano
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