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E’ la terza volta in cinque mesi che la Regione Calabria modifica il calendario venatorio, rimangiandosi, dopo appena 43 giorni, quanto aveva disposto per la stagione di caccia in corso. Lo afferma Il Wwf: «Il fatto semplicemente vergognoso e mai accaduto prima è che le nuove modifiche, che prolungano la strage di animali selvatici in certi casi fino al 30 gennaio, sono state disposte dopo che lo scorso 4 novembre il TAR della Calabria, su ricorso delle associazioni ambientaliste, aveva bocciato sonoramente il precedente calendario venatorio pubblicato il 23 agosto, costringendo la Regione stessa ad un rapido adeguamento, che viene ora spudoratamente cancellato dalla decisione del Consiglio Regionale. Le stesse indicazioni scientifiche che erano state redatte dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) per la stesura dei calendari, disattese dal calendario sospeso dal TAR e successivamente recepite, vengono di nuovo sfacciatamente ignorate.
Mai, nella storia della Regione, si era giunti ad un tale livello di sudditanza nei confronti del mondo venatorio e di autentico disprezzo per una sentenza di un Tribunale Amministrativo.
Un ulteriore esempio, l’ennesimo, del degrado delle istituzioni, in nome dell’interesse elettorale e dello strapotere di una minoranza assoluta di cittadini armati che – letteralmente – dettano legge come se la fauna fosse una loro assoluta proprietà. Altro che patrimonio indisponibile dello stato, altro che tutela nell’interesse della collettività nazionale e internazionale! In Calabria l’imperativo assoluto è andare a caccia il più possibile, anche a costo di prendere una sentenza del TAR e mettersela sotto i piedi, come se nulla fosse. La decisione del Consiglio appare ancor più grave se si considera che siamo appena all’inizio della stagione invernale, che ha già avuto un pesante anticipo con l’ondata di freddo che ha interessato tutta l’Italia e non ha certo risparmiato la Calabria : per tutta risposta, anzichè adottare provvedimenti di tutela per la fauna messa in difficoltà dalla neve e dal gelo dei giorni scorsi, la Regione prolunga la caccia a determinate specie fino a venti giorni, un bel regalo di Natale per chi non vede l’ora di perseguitare fino all’ultimo Tordi, Beccacce e quant’altro.
Per non parlare di quell’autentica piaga rappresentata dal bracconaggio, favorito dall’assoluta carenza di vigilanza. Se poi si considera una prima stesura del calendario venatorio, approvata dall’ISPRA e sostituita in extremis dalle associazioni venatorie ai primi di agosto, il successivo calendario dettato dalle stesse associazioni e approvato dalla regione il 23 dello stesso mese, l’ordinanza del Tar dei primi di Novembre con conseguente sospensione della caccia e l’immediato adeguamento della Giunta con un nuovo calendario, siamo dunque alla quarta modifica in cinque mesi! Un record assoluto di cui ci si dovrebbe vergognare.Alla luce di tanta incredibile arroganza istituzionale e solerzia filovenatoria , ogni eventuale accenno alla tutela della natura e dell’ambiente in questa regione suonerebbe come un oltraggio al comune senso del pudore».
FEDERCACCIA e ACMA RISPONDONO AL WWF
“Il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato le modifiche al calendario venatorio per la stagione 2010/2011 con l’articolo 39 del collegato alla legge di bilancio 2011. Le modifiche, scaturite da una attenta analisi delle direttive dell’Ispra, sono state proposte dalle associazioni venatorie nell’incontro tenutosi a novembre presso la sede del consiglio regionale con l’Assessore Trematerra e il Dirigente Generale del Dipartimento n. 6 Dott. Zimbalatti, in cui le parti si sono confrontate, in modo sereno e costruttivo, sulle modifiche al calendario in armonia con le esigenze ambientali.
Scientificamente corretta è stata la modifica approvata dal Consiglio Regionale che ha semplicemente applicato quanto previsto dai Key Concept Ornis e dalla Guida Interpretativa della Direttiva “Uccelli” 147/2009, attenendosi al parere Ispra che assegna alle regioni la facoltà di utilizzare la decade di sovrapposizione dei periodi di migrazione pre nuziale, tra l’altro già valutato dallo stesso Istituto nell’elaborazione del calendario venatorio 2010/2011 proposto ad agosto. L’Associazione Cacciatori Migratori Acquatici, ha apprezzato l’apertura della Regione Calabria verso l’Associazione prendendo in considerazione i dati che annualmente i ricercatori Acma mettono a disposizione dell’Ispra e di tutte le istituzioni o organizzazioni a cui stanno a cuore le sorti della fauna e dell’ambiente acquatico. Grazie alla collaborazione tra il responsabile delle ricerche dell’Ufficio Avifauna Migratoria della Fidc, nonché Direttore delle ricerche dell’Acma, Dott. Sorrenti e l’Assessorato Agricoltura e Foreste, si è giunti ad una modifica del calendario, che sposta la chiusura della caccia alla beccaccia al 20 Gennaio, alle anatre al 30 e al 31 per altra selvaggina, nel rispetto dei termini di inizio della migrazione prenuziale. E’ ovvio che la modifica non ha interessato solo la selvaggina acquatica, ma anche i turdidi, infatti il Tordo Bottaccio sarà possibile cacciarlo sino al 20 Gennaio e il Sassello sino al 30. L’Acma si augura che continui il proficuo confronto tra l’Assessorato regionale competente e il gruppo di lavoro dei ricercatori dell’Associazione, al fine di valutare le linee per la stesura dei futuri calendari, che di certo dovranno tenere conto della ricerca e dei dati che si raccolgono sul campo, dati che sopratutto i cacciatori possono dare. Infine, purtroppo è con rammarico che si è assistito all’ennesimo attacco del Wwf nei confronti dei cacciatori calabresi definiti cittadini armati che dettano legge e ai quali è consentito dalla regione sparare sui terreni ricoperti di neve. Il Wwf dovrebbe sapere che ciò non corrisponde al vero in quanto il divieto di cacciare sui terreni ricoperti di neve è previsto dalla legge nazionale 157/92 e dalla legge regionale n.9/96. Siamo alle solite, il Wwf non perde occasione di poter gettare fango su una categoria di cittadini con la fedina penale pulita”.
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