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MELFI – Il futuro della Fiat di Melfi alla luce della trattativa in corso a Mirafiori, ma anche la crisi più generale che ha investito il settore metalmeccanico in Basilicata. Se n’è discusso stamane a Melfi nel corso del direttivo regionale della Fim Cisl che ha visto la partecipazione di Leonardo Burmo, della segreteria nazionale della Fim, e del segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico. La crisi non molla la presa su un tessuto produttivo sempre più sfilacciato. “Il 2010 è stato un anno complicato, ma è nel 2011 che arriveranno al pettine i nodi di una crisi che non ha precedenti in termini di fabbriche chiuse e posti di lavoro persi”, ha detto il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Antonio Zenga. “Gli economisti ci dicono che la ripresa non arriverà prima della seconda metà del 2012 – ha aggiunto Zenga – abbiamo perciò diciotto mesi per lavorare affinché la nostra regione possa superare questa crisi e avere nuove prospettive di sviluppo e di lavoro”. Dentro questo scenario va inserita la discussione sul futuro della Sata dentro il progetto Fabbrica Italia. “Noi siamo pronti al negoziato – ha detto Zenga – ma vogliamo capire come Fiat intende centrare l’ambizioso obiettivo di produrre alla Sata le 400 mila vetture annunciate. La centralità di Melfi deve essere nei fatti e noi vogliamo vedere i fatti”.

Molto dipenderà dal tavolo aperto a Torino. “La discussione in corso a Mirafiori è uno snodo fondamentale che avrà ripercussioni su tutto il sistema Fiat”, ha detto a margine del direttivo Leonardo Burmo. Ma bisogna fare presto. “Le difficoltà più passano i giorni e più aumentano. Mirafiori è il cervello del sistema Fiat ed è qui si gioca il futuro della Fiat in Italia. Questo investimento è una pregiudiziale”, ha detto Burmo, aggiungendo che “se non si fa l’investimento a Mirafiori sul segmento alto con Chrysler, si rimette in discussione tutto il programma di Fabbrica Italia”. Sul nodo delle newco e del contratto nazionale Burmo si è detto “disponibile ad una fase di transizione purché sia chiara la data in cui le nuove società rientreranno nel contratto nazionale”.

Per il segretario della Cisl lucana Nino Falotico “nel nostro paese c’è un problema di salario netto se è vero che la busta paga media di un lavoratore italiano è inferiore di un terzo a quella di un lavoratore tedesco o francese. Questo problema si affronta con la riforma del fisco e la contrattazione di secondo livello. In un mondo che cambia – ha aggiunto Falotico – la sfida è mantenere i posti di lavoro misurandosi con il cambiamento. Cavalcare la tigre dell’antagonismo, come fanno certe sigle sindacali, è la cosa più semplice, fare gli accordi, come fa da sempre la Cisl, è un atto di responsabilità verso i lavoratori”.

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