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Nella sua casa di Livorno aveva circa 200 proiettili non dichiarati, il capitano Saverio Spadaro Tracuzzi, arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla magistratura di Reggio Calabria con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Per lui l’accusa ora è anche di detenzione di munizioni da guerra.
Nel suo appartamento, perquisito durante l’arresto avvenuto nella notte tra sabato e domenica, i colleghi arrivati da Reggio Calabria hanno trovato oltre 200 proiettili sui quali sarebbe inciso il simbolo (una croce dentro un cerchio, una sorta di mirino) che identifica le dotazioni militari Nato. Si tratta di cartucce che possono essere utilizzate sia per le pistole sia per le mitragliette in uso ai carabinieri. Per legge i proiettili usati dai carabinieri (in servizio o nei poligoni) vengono certificati da uffici dell’Arma. Partiranno ora accertamenti per definire l’origine delle cartucce.
All’ufficiale contestata poi l’omessa denuncia di armi. Durante la perquisizione a casa, infatti, i carabinieri hanno trovato anche due pistole e un fucile da caccia che il capitano, dopo il trasferimento da Reggio Calabria alla Brigata Mobile di Livorno, non aveva ancora denunciato nella città toscana in cui viveva da alcuni mesi, come indica la normativa. Le armi erano state invece regolarmente denunciate in Calabria. Tracuzzi è tuttora detenuto nel carcere livornese delle Sughere: il suo interrogatorio di garanzia sarà davanti al gip di Livorno per rogatoria.

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