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di SALVATORE SANTORO
Sesso droga e rock’n’roll non alle feste del Pd di Basilicata. Una “fesseria” quella del Giornale. Palese. Evidente. Marchiana. Perché la critica politica è una cosa. Anche l’attacco sulle righe ci può stare. Ma raccontare cose sciocche è un’altra cosa. Soprattutto quando sono bugie belle e buone. Perché a quelle serate c’è chi pur non essendo del Pd c’è stato. Non solo a una. E poi senza troppi indugi quello che ha visto e ascoltato lo ha pure raccontato. Anche in tempi non sospetti. Il bello del fare il giornalista è anche poter raccontare di quello che accade fuori dal rigore istituzionale. Che poi alle cene, alle feste, alle serate di cose se ne dicono tante. E spesso capita anche che le decisioni importanti vengano prese lontano dalle stanze dei bottoni.
Come quella notte del “patto della birra”. Un paio di anni fa al Country – inn. Impazzava la terza crisi di giunta dello scorso governo regionale di De Filippo. I cronisti al telefono cercavano notizie per capire quello che succedeva dietro le porte del primo piano del palazzo della Regione. Le fonti ufficiali narravano di una riunione fiume ininterrotta. Nello stesso momento però, a pochi metri in un pub tra una birra rossa e un panino Folino, Falotico, Lacorazza e Restaino riuscivano a trovare la quadratura. La soluzione per la chiusura della crisi. Al tavolo si beveva birra “Chouffe”, acqua minerale nazionale e rum Zacapa invecchiato 12 o 18 anni. Il ricordo è un po’ sbiadito.
Altro che sesso droga e rock’n’roll. Magari qualche “bicchierino” sì. Ma a tarda serà. Come quando Bersani (non era ancora segretario nazionale) fece il blitz qualche mese dopo sempre nello stesso locale. Quella sera c’era tanta pizza e altrettanta birra. Sempre la stessa: “Chouffe”. Quella che piace in particolar modo a Folino. A Lacorazza no, lui preferisce una spina bionda. Finale a rum. Tipico. Bersani lasciò il locale prima degli altri leggermente euforico per il buon bere. Apprezzò la serata e saluti con baci e abbracci con le gote arrossate.
Ma di racconti ce ne sono tanti. Aneddoti. Come alle Pimarie di Lacorazza. Tutti al Park Hotel. Dopo le 4 del mattino sul salottino. Caffè a acqua fino all’arrivo di Falotico e i suoi (allora coofondatore del Partito democratico di Basilicata) che i risultati ufficiali li aspettarono altrove. Per festeggiare l’alba il direttore dell’Hotel mise a disposizione cognac (Martell) e crostata di mele, un po’ di cioccolata mentre Margiotta raccontava di una telefonata di Cossiga che gli “raccomandava” il “soldato” Naccarato. Ma di feste ce ne sono state tante. Tante. Non solo del Pd. Ci sono stati anche i settant’anni di Franco Mattia nel bosco di Fonti al Campanaccio con buon vino rosso Aglianico per Viceconte e Taddei e Latronico e i racconti “socialisti” dell’epoca d’oro. Come si può raccontare delle notti in consiglio regionale a dormire sui banchi dei pidiellini che protestavano occupando l’aula e giocando a “morra” con Lapenna mattatore e qualche birra in bottiglia. Insomma tanto colore. Tante nottate e tante indiscrezioni e racconti. Ma nulla di quello che racconta il Giornale. Nella maniera più assoluta.
Al massimo se può essere di aiuto si può offrire la lista dei gusti alcolici dei big del Pd. Sono davvero notizie verificate e garantite. Non c’è rischio di querele. A Luogo piace molto il Fernet. A Folino oltre alla Chouffe piace molto il cognac, se Armagnac è meglio. Per Speranza il “best” è il whisky “torbato” Lagavulyn. Mentre Marcello Pittella beve rum Matuzalem. Sempre rum per Restaino ma Zacapa che è meno dolce. Margiotta preferisce l’Oban whisky torbato di 14 anni. Meno “raffinato” Antonello Molinari che chiude le cene di solito con l’amaro di erbe Jägermeister. Lacorazza è un buon degustatore di grappa barricata. Salutisti invece Bubbico e De Filippo: pure alle 2 del mattino per loro solo acqua minerale.

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