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di ANTONIO AUTILIO*
Gentile direttore, lo “sguardo del Sole 24 Ore” sulla Basilicata, come tu definisci gli ampi servizi dedicati dal quotidiano economico-finanziario a vicende di gestione politico-amministrative, a problemi di sviluppo (soprattutto le tante attese sul petrolio in buona parte deluse) ed anche ad aspetti di legalità che riguardano la nostra comunità regionale, secondo la mia lettura, rilanciano quel progetto che ho lanciato da tempo con il nome di “Casa dei Riformatori”. Condivido infatti le tue conclusioni: “servono buone opere” e il tuo avvertimento alla classe politica e dirigente lucana: “attenti a Gattopardismi e trasformismi”. Ed è proprio da questi elementi che si sviluppa il mio ragionamento perchè il “modello di buon governo lucano” su cui il Sole 24 Ore ha acceso i riflettori non si può e nè si deve interpretare come “modello Pd” e al tempo stesso di contaminazione democristiana. Senza disconoscere che il Pd è il primo partito e che la sua classe dirigente è fortemente impegnata nel governo della Regione come dell’intero (o quasi) sistema delle Autonomie Locali, il buon governo è un obiettivo che ci riguarda tutti nel centrosinistra e mi auguro anche tra le opposizioni, in verità non più consolidate e monopolizzate nel Pdl ma in una nuova evoluzione centrista. Il punto dunque è come elevare l’asticella delle riforme per tradurre in buone opere i buoni programmi e al tempo stesso come l’asticella diventi una “barriera” contro vecchi e nuovi trasformismi, vecchi e nuovi tentativi di passaggi di schieramento o volgarmente detto di “casacche”. La mia risposta è la Casa dei Riformatori ancora più attuale per portare a termine con la Finanziaria 2011 il processo di riforme della governance territoriale e di settore che segna proprio il ritorno in scena, anche nel centrosinistra, di spinte conservatrici e clientelari per non cambiare nulla o quasi (la vicenda del dopo Comunità Montane ne è l’esempio più significativo). Come per affrontare adeguatamente l’aggiornamento dello Statuto e il riequilibrio dei poteri tra Giunta e Consiglio, un problema che a Bari in occasione della presentazione del Rapporto sulla Legislazione Locale si è confermato quale priorità nell’agenda delle riforme istituzionali. Perciò c’è bisogno di una strategia autenticamente riformatrice per affrontare la nuova fase del federalismo e con essa tutte le sfide a cui siamo chiamati. E’ un compito che attende soprattutto Italia dei Valori per trasferire gli ampi consensi elettorali delle scorse regionali in nuove responsabilità di gestione dei processi socio-economici in atto, allargando la partecipazione e rafforzando le classi dirigenti. La strategia, in piena crisi di governabilità del Pdl che ci auguriamo diventi crisi politica vera con la sfiducia in Parlamento, non può che essere quella di p assare dalla fase dell’opposizione al Governo nazionale di centrodestra che si caratterizza per le scelte economiche antipopolari ed antimeridionaliste, alla fase dell’alternativa,mettendo il patrimonio di consensi del partito al servizio di una vera alternativa di governo al centrodestra. E’ un passaggio importante per il salto di qualità che si appresta a realizzare Idv. E spetta all’Italia dei Valori che oggi dimostra di avere più “appeal” rispetto al Pd, mantenere alto e ben visibile l’orizzonte della casa comune dei riformatori. Solo guardando lontano e sapendo che ci può essere una casa più grande della nostra, si possono determinare le condizioni per vincere la sfida elettorale e governare il nostro Paese, restituendo alla politica il ruolo di servizio dei cittadini per intercettare esigenze e bisogni collettivi. E’ questa anche una prospettiva che offriamo alla società civile e a quanti si mantengono ai margini della politica, attrave rso nuovi stimoli per dare il proprio contributo civico.
*Consigliere Regionale Italia dei Valori
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