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La Corte d’Assise di Potenza ha assolto Massimo Adinolfi, di 43 anni, e Cristina Zaharia (di 23) dall’accusa di aver ucciso nel 2007 Pavel Blacj (marito di Zaharia), il cui cadavere fu scoperto il 30 giugno a Balvano (Potenza), nei pressi di un ponte sul raccordo Potenza-Sicignano degli Alburni, in seguito a una telefonata fatta alla Polizia da un anziano agricoltore del posto. Le indagini furono coordinate dal pm Henry John Woodcock (poi trasferito a Napoli): nel corso del processo, il pubblico ministero Laura Triassi aveva chiesto per i due una condanna all’ergastolo. Secondo gli investigatori, Zaharia (romena ma residente in Italia dal 2005, che all’epoca aveva 19 anni), pur sposata con Blacj (anch’egli romeno, in Italia dal 2007), era di fatto separata, e aveva una relazione con Adinolfi, originario di Angri (Salerno), ma residente a San Marzano sul Sarno (Salerno): il movente dell’omicidio sarebbe stato quindi di carattere passionale. Secondo le prime ricostruzioni, inoltre, qualcuno avrebbe costretto l’uomo a spogliarsi, uccidendolo poi con cinque colpi di arma da fuoco, di cui tre alla testa e due al petto. «Enorme soddisfazione» è stata espressa dall’avvocato di Adinolfi e Zaharia, Vincenzo Falotico, per la decisione della Corte d’Assise.

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