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di SALVATORE SANTORO
Buttate gli atlanti e i libri di geografia del liceo. Non vanno più bene. Lì sopra troverete l’Artide, l’Antartide ma non certo il terzo polo. Non ce n’è traccia. Al massimo come fa notare Franco Mollica dell’Mpa «c’è però l’equatore che può contenerli entrambi». Geografia politica. O meglio nomenclatura politica. Ma in fondo la questione è seria. O per o meno suggestiva. In Italia oramai se ne parla ormai da una vita (politicamente parlando). Del terzo polo. Quello politico. Non quello geografico. Ovviamente.
Ma cos’è e soprattutto da chi è composto o da chi sarà composto?
Una risposta alla volta. Cos’è o meglio cosa sarà? Un partito o probabilmente una sorta di contenitore. Non dovrebbe essere in ogni caso una coalizione come quelle a cui hanno abituato negli ultimi lustri di Seconda Repubblica il centrodestra e soprattutto il centrosinistra.
Questo perché, al di là dei proclami, non c’è potenziale per aspirazioni maggioritarie. Non da soli almeno. In ogni caso, inevitabilmente dietro c’è quella mai sopita nostalgia ex democristiana di tornare in auge ai massimi livelli. Oggi più che in passato perché l’attuale “sfinimento” del bipolarismo ha creato una serie derive che alla fine potrebbero trovare approdo proprio in un nuovo partito centrista. Nuovo di zecca probabilmente ma di fatto pieno di ex “centrodemocristiani” della Prima Repubblica. «Per dare vita alla Terza Repubblica» è l’intenzione dichiarata nei vari salotti televisivi dove i big dell’Udc, dell’ex Margherita e quelli della galassia moderata non perdono occasione per prospettare (ma quando?) la nascita del Partito della Nazione.
Ed ecco la seconda risposta. Chi saranno? O meglio chi dovrebbero essere. Naturalmente tutto gira intorno all’Udc e a Casini. Forza elettorale imprescindibile per forza elettorale e per prestigio. Bisogna solo capire quanta volontà ci sia davvero di “fondersi” con gli altri centristi. Anche con quelli dell’ultima ora. A livello nazionale in ogni caso la formula sembra più semplice da mettere in pratica con la regia dello stesso Casini più l’ex coofondatore del Pd Francesco Rutelli. Ragionano anche con l’ex coofondatore del Pdl, Gianfranco Fini. Di certo poi della partita c’è tutto una platea illustre che va da Montezemolo, a Pezzotta ad Adornato, a quelli dell’Mpa di Lombardo e tanti altri.
In Basilicata la questione è più complessa. I centristi che contano stanno tutti nel centrosinistra. Addirittura nella giunta regionale. Agatino Mancusi (Udc) e Vilma Mazzocco per intenderci più Palmiro Sacco che è il presidente del consiglio provinciale. Difficile per loro creare il Terzo polo e conservare i ruoli istituzionali “gentilmente” offerti dal centrosinistra lucano in cambio dei mal di pancia della sinistra e dei socialisti.
Ma non è solo Api e Udc. Molto più interessati (non hanno da difendere nessuna postazione) a un progetto terzopolista in Basilicata sembrano essere consiglieri regionali come Franco Mollica dell’Mpa, Roberto Falotico (Dec), ex assessori come Antonio Potenza (Popolari uniti) ed ex consiglieri regionale come Antonio Flovilla (Rosa bianca). Forse anche Ernesto Navazio potrebbe essere della partita senza contare tutti coloro oggi sono nel Pd o nel Pdl ma senza l’entusiasmo dei giorni migliori.

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