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Beni per un valore di 8 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia a un presunto affiliato alla ‘Ndrangheta, Vincenzo Verterano, 46 anni, nato a Torino, ma appartenente a una famiglia di origine calabrese. Il sequestro è stato disposto in esecuzione di un decreto emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. La relativa proposta era stata fatta dal direttore della Dia, generale Antonio Girone.
I beni sequestrati consistono in due aziende del settore autodemolizione con sede a Torino; dieci unità immobiliari, tra cui appartamenti, autorimesse e fabbricati destinati a negozi e case ubicati a Torino, Borgaro Torinese, Villa Deati (Alessandria) e Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria).
Verterano, che secondo gli inquirenti può vantare un curriculum criminale risalente ai primi anni ’80, con precedenti per tentato omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco e traffico di stupefacenti, è stato coinvolto nelle indagini sfociate nel 2003 nell’ambito dell’operazione «Murcia II», messa a segno dal R.O.S. Carabinieri di Brescia nei confronti di un ramificata e potente organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Da ultimo, è risultato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria nel giugno del 2005, nell’ambito dell’operazione «Nostromo», condotta dal R.O.S. Carabinieri di Reggio Calabria. Verterano, secondo l’accusa, fungeva, dal settembre 2002, da referente, per il traffico di sostanze stupefacenti in Piemonte, della potente cosca Aquino, attiva nella fascia jonica calabrese, con a capo i fratelli Giuseppe e Salvatore Coluccio. Avrebbe inoltre favorito la latitanza di quest’ultimo.
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