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di ITALO REALE*
Non crediamo di essere inutilmente preoccupati se affermiamo che la Regione sta andando rapidamente verso una crisi ambientale per l’impossibilità di smaltire il quantitativo prodotto giornalmente di rifiuti in quanto gli impianti non sono in grado di assorbirlo, se non in parte, e le discariche in funzione o sono in esaurimento o presentano problemi. La questione si è fatta più evidente all’indomani della scelta, che si è dimostrata non attuabile, di spostare in Calabria 70 mila tonnellate di rifiuti Campani ed urgentissima in seguito al sequestro della discarica di Pianopoli. Ma il problema è evidentemente più grave visto che la situazione attuale è la conseguenza del fallimento della Emergenza così come gestita dalla Protezione Civile Nazionale attraverso i Commissari di nomina Ministeriale. Ora qui non si tratta di aprire una polemica, non sarebbe il tempo di fronte alla probabile prossima emergenza, ma di prendere atto che, se non si interviene immediatamente, si rischia il disastro ambientale e di far saltare anche quel minimo di solidarietà tra i Comuni Calabresi, solidarietà che sta già mostrando le prime crepe. Sia chiaro, non riteniamo di esprimere alcun giudizio negativo nei confronti di quei Sindaci e quelle popolazioni che si sono dimostrate attente, accettando le strutture necessarie al corretto svolgimento del ciclo dei rifiuti e che oggi rischiano di trovarsi affogati da chi non ha inteso assumere la sua parte di responsabilità. La soluzione dell’emergenza, infatti, a nostro avviso, non può solo essere gestita con ordinanze con le quali si manda a spasso la spazzatura ma deve partire dalla considerazione che, ad oggi, non esiste una tempistica certa per procedere alla chiusura virtuosa del problema. Problema la cui soluzione ha tre punti fermi: o riduzione della produzione di rifiuti e raccolta differenziata o inertizzazione del rifiuto residuo con riduzione dei volumi, valorizzazione della frazione secca e produzione di compost, oppure smaltimento in discarica solo dell’ultima parte di questo processo. Si tratta quindi di uscire dalle prese di posizione di principio e dai proclami perché, oggi, in Calabria chi propone la raccolta differenziata al 65% racconta una favola se non si comprende che per raggiungere davvero tale obiettivo sono necessarie risorse importanti e una prassi di controllo sui Cittadini che, al momento, non ha attivato nessun Ente Locale se non con qualche apprezzabile eccezione. A nostro avviso, quindi si tratta di costruire un percorso condiviso con tutti gli Enti Locali e se, come appare quasi certo, bisognerà chiedere un ulteriore sacrificio a chi ha già aiutato gli altri, sarà sicuramente necessario indicarne i tempi di durata con fatti concreti (la realizzazione dei nuovi impianti) che rendano la solidarietà un fatto proficuo e non un espediente del momento. Pertanto, con lo spirito costruttivo che si impone chiedo al presidente Scopelliti, a nome del Partito Democratico, un incontro a breve che ci consenta di avere un primo confronto sulla questione.
*Responsabile Regionale del Dipartimento
Ambiente del Partito Democratico
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