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Un gruppo di studenti dell’Università della Calabria, a Cosenza, ha occupato ieri l’aula magna dell’ateneo in segno di protesta contro la riforma Gelmini. L’iniziativa di protesta è stata messa in atto dopo che gli studenti hanno inscenato una manifestazione ed un corteo all’interno dell’area universitaria. In un documento i promotori della protesta dicono «no ad un’università d’elite e sì ad un’università pubblica, libera, democratica e di massa. Non bisogna mercificare i saperi e la cultura. È solo l’inizio di un percorso di assemblee, discussioni e iniziative per contrastare il Ddl Gelmini che sarà in discussione alla Camera martedì prossimo. A distanza di due anni siamo ancora più consapevoli della necessità dell’impegno di tutti gli studenti, che possono e devono incidere sui processi di trasformazione del nostro Paese».
«L’occupazione dell’aula magna a Cosenza – conclude il documento degli studenti – è solo un tassello che si unisce alla protesta nazionale e alle iniziative analoghe che riguardano facoltà e monumenti storici che sta attraversando l’Italia».
Gli studenti dell’Università della Calabria che da ieri occupano l’aula magna dell’ateneo per protestare contro la riforma Gelmini, sono pertanto in assemblea permanente ed hanno invitato i presidi delle facoltà a sospendere le lezioni ma al momento l’attività sta proseguendo regolarmente. All’occupazione dell’aula magna stanno partecipando gli studenti di tutte le facolta. Durante la notte una cinquantina di loro hanno organizzato una assemblea durante la quale si è discusso della riforma e della protesta in corso. Nelle prossime ore sono previste una serie di riunioni durante le quali saranno decise le iniziative da attuare per lunedì e martedì che rappresenteranno i due giorni principali della protesta studentesca. Per lunedì pomeriggio, in particolare, è già stata fissata una assemblea generale di tutto l’Ateneo. «Stiamo utilizzando questi giorni – sostengono gli studenti – per organizzare le iniziative da attuare lunedì e martedì che saranno i giorni cruciali per la riforma Gelmini. Nell’aula magna occupata stiamo svolgendo riunioni ed assemblee». Nessuna iniziativa di protesta, per il momento, è stata decisa dagli studenti delle Università di Reggio Calabria e di Catanzaro.
Sulla riforma Gelmini sull’Università è intervenuto anche Franco Piperno, leader del movimento del ’68 e di Autonomia operaia, e oggi docente all’Università della Calabria, secondo il quale la protesta «è largamente condivisa dalle altre forze politiche. In realtà fanno un minuetto, compreso Bersani che sale sul tetto. Al di là di come andrà a finire, anche con un altro ministro, gli aspetti fondamentali della Gelmini rimarranno e quindi penso che il movimento degli studenti è destinato a radicalizzarsi». «Se si va a vedere la storia degli ultimi dieci anni – ha aggiunto Piperno – le cose che la Gelmini ha portato sino in fondo erano partite da Zecchino, del centrosinistra, e poi da Berlinguer e, ovviamente, dalla Moratti. Non è la sola Gelmini a volere la riforma sui principi fondamentali, ma la gran parte del mondo politico, salvo i minuetti per necessità elettorali o di consenso».
Piperno ha poi definito paradossale l’accusa rivolta dal ministro agli studenti di voler lasciare l’Università in mano ai «baroni». «La riforma – ha spiegato – riporta l’università nella situazione degli anni ’60, quando a decidere erano solo gli ordinari. La Gelmini consegna l’università ai rettori ed ai ‘baronì che in questi anni l’hanno affossata». Normale, quindi, secondo Piperno, il parallelismo con le proteste del ’68. «I movimenti sociali – spiega – hanno un carattere ciclico. È successo anche con la Pantera e con l’Onda Il riferimento, inevitabilmente, è al ’68 perchè ha scavato veramente nel profondo. È stato un tempo, oltre che beninteso di errori, di discussioni elisabettiane. Si affrontava il problema della funzione dell’università e del suo rapporto con gli operai. Era per restituire al sapere il suo significato di liberazione sociale, di liberazione dall’ignoranza e quindi di acquisizione di consapevolezza».
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