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ROTONDA – La Corte di Appello di Potenza ha confermato la sentenza con cui il Tribunale di Lagonegro a luglio del 2009 aveva condannato tre medici per la morte del giovane Antonio De Marco di Rotonda (avvenuta il 15 luglio di sei anni fa per un’infezione) e assolti altri due ritenuti non colpevoli, ed ha condannato tutti e cinque gli imputati al risarcimento dei danni in favore delle parti civili. Il giovane di Rotonda che aveva da poco conseguito il diploma di Perito chimico, la mattina del 9 luglio del 2004 si rivolge al pronto soccorso di Mormanno lamentando mal di denti da diversi giorni. Iniziava così un calvario che lo porterà il 15 luglio all’ospedale di Lagonegro dove però arriva quando l’infezione si era ormai propagata fino ad interessare diversi organi vitali. Nell’arco di questi giorni si recò alla guardia medica di Rotonda, dal suo dentista di Rotonda, alla Clinica odontoiatrica “San Luca” di Praia a Mare e all’ospedale di Praia a Mare, all’ospedale di Castrovillari. Secondo la ricostruzione fatta dalla difesa, già al pronto soccorso di Mormanno, non venne rilevata la necessità di un urgenza, di un intervento chirurgico, del trasferimento di De Marco ad una struttura idonea per il trattamento, ma solo di una terapia antibiotica. Il mancato trattamento dell’ascesso dentario avrebbe così determinato le conseguenze letali. Il giudice del Tribunale di Lagonegro, Claudio Scorza, nel luglio del 2009, per la morte di Antonio De Marco ha pronunciato tre condanne e due assoluzioni. Ha condannato ad 1 anno e 8 mesi Tommaso Ferrari, Maria Stumpo e Nicola Peccerillo, medici del pronto soccorso rispettivamente degli ospedali di Castrovillari, Praia a Mare e Mormanno. Per loro, la pena è stata condonata secondo la legge 241/2006. Mentre ha assolto per non aver commesso il fatto il dentista di Rotonda Vincenzo Guida e l’odontoiatra Federico Cava, all’epoca dei fatti in servizio presso la clinica San Luca di Praia a Mare. I cinque, rinviati a giudizio per concorso in omicidio colposo, erano accusati di aver agito con negligenza trascurando di praticare il trattamento necessario alla patologia presentata dal paziente. In riforma della sentenza del tribunale di Lagonegro, del 22 luglio 2009, appellata da Ferrari, Stumpo e Peccerillo, nonché dalle parti civili, la Corte di Appello di Potenza nei giorni scorsi ha condannato Vincenzo Guido e Federico Cava, quest’ultimo in solido con il responsabile civile del centro ortopedico “San Luca”, in persona del suo legale rappresentante, «al risarcimento dei danni in favore delle parti civili», nonché alla rifusione delle spese sostenute da queste sostenute in entrambi i gradi di giudizio, oltre il rimborso forfettario previsto per legge. Quindi la Corte di appello, ha confermato nel resto la sentenza del tribunale di Lagonegro, è condannato Tommaso Ferrari, Maria Stumpo e Nicola Peccerillo al pagamento in favore delle parti civili delle spese del grado e della formulazione della sentenza, oltre le spese previste dalla legge.
Francesco Zaccara

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