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– Il bottone di colore “rosso ponsò ” rinvenuto dal medico legale nel sottotetto della Chiesa della Trinità di Potenza, vicino al cadavere della studentessa Elisa Claps, èstato confrontato con alcuni bottoni acquistati in mercerie comuni e in sartorie per abiti ecclesiastici; e con i bottoni di due abiti talari – e non di uno, come era finora trapelato – ritrovati in un armadio nei locali della stessa Chiesa, della quale è stato parroco per oltre 30 anni l’arciprete don Domenico Sabia, morto nel 2008. È quanto si apprende dalla lettura della relazione tecnica del perito Eva Sacchi, incaricata di svolgere una consulenza merceologica nell’inchiesta che vede Danilo Restivo, di 38 anni, accusato dell’omicidio della studentessa. I bottini dei due abiti talari non sono risultati compatibili con il bottone trovato nel sottotetto. Il primo abito talare di confronto è di colore paonazzo, con bottoni e filettature paonazzo, verosimilmente confezionato nella sartoria ecclesiastica Barbiconi di Roma e probabilmente acquistato prima del 1959. I 26 bottoni – per struttura, colore delle parti metalliche e soprattutto colore della stoffa – sono risultati diversi da quello rinvenuto vicino al cadavere di Elisa Claps. Il secondo abito talare esaminato, cardinalizio, nero con filettatura e bottoni rosso ponsò, è stato confezionato nella sartoria ecclesiastica Euroclero di Roma ed è stato probabilmente acquistato prima del 1989. I bottoni sono risultati differenti da quello rinvenuto nel sottotetto sia per la struttura della porzione metallica, sia per il tipo di tessitura della stoffa, mentre sono risultati compatibili per la tipologia del colore. In definitiva – ha concluso il perito Sacchi – il bottone trovato nel sottotetto “potrebbe essere appartenuto sia a un abito talare, sia a un abito comune”; inoltre, “ammettendo l’appartenenza del bottone ad un abito talare, dato il particolare tipo di rosso (rosso ponsò), il bottone potrebbe essere appartenuto ad un abito cardinalizio”. “Per completezza – scrive il perito – sarebbe inoltre utile confrontare il bottone trovato nel sottotetto con i bottoni dell’abito di don Domenico Sabia che però, in quanto Cappellano di Sua Santità, dovrebbe eaver indossato un abito talare nero con filettatura e bottoni color rosso paonazzo e non rosso ponsò”.
Nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, dove il 17 marzo scorso è stato trovato il cadavere della studentessa Elisa Claps, che era scomparsa nel 1993, sono state trovate impronte parziali “impresse, conservativamente, da almeno sei differenti tipi di calzature”. Lo scrive – secondo quanto apprende l’ANSA – il perito Eva Sacchi, incaricata di svolgere una consulenza merceologica nell’inchiesta che vede Danilo Restivo, di 38 anni, accusato dell’omicidio della studentessa. Le impronte sono state confrontate con quelle delle scarpe dei tre operai che trovarono in cadavere, con quelle di un paio di scarpe trovare abbandonate lungo una scala che conduce al sottotetto e con le scarpe della vittima stessa. “Nessuna delle impronte trovate nel sottotetto – scrive il perito – è stata impressa dalle calzature di confronto”. Inoltre, “le impronte dei tre operai, che pur risultano saliti nel sottotetto, non sono state individuate”. Il perito, confermando una indiscrezione trapelata nei giorni scorsi – evidenzia che la presenza di un sassolino nel tacco della scarpa di Elisa, compatibile con altri analoghi trovati nel sottotetto, fa ritenere verosimile al perito che la vittima sia arrivata viva nel locale e che vi abbia camminato.

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