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Per fortuna i pennini dei sismografi a distanza di trent’anni del terremoto del 1980 sono rimasti bassi nel rilevare la scossa registrata al confine tra la Basilicata e la Campania che ha smosso la terra in molto degli stessi luoghi che in queste ore ricordano l’immane tragedia di un tempo. Se quel terremoto avesse trovato movimenti più forti ed emergenze più significative cosa sarebbe accaduto. Molte colonne della Protezione civile in marcia da Potenza sarebbero state bloccate da un incidente stradale che con un camion riverso su due corsie ha mandato in tilt il traffico cittadino fino a stamattina dove l’emergenza è in corso. E’ oggettivo che il coordinamento dei soccorsi è scattato con un grave ritardo. Gli automobilisti lasciati senza nessuna assistenza. Decine di telefonate ai nostri telefoni chiedevano acqua, notizie e indicazioni per percorsi alternativi anche nella mattinata. Anche il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, è rimasto imbottigliato nell’ingorgo. Alla Regione soltanto a tarda sera è scattato l’allarme quando ha fatto scendere in campo i gruppi delle Aquile lucane di Tito e l’associazione Vola di Potenza che hanno supportato polizia stradale e vigili urbani. E’ mancata una cabina di regia e abbiamo tutti verificato una falla organizzativa molto evidente.
E se per assurdo quella scossa fosse stata diversa anche con gli aiuti su rotaia sarebbero stati bloccati. Perché ci sono giorni che il diavolo ci mette la coda. Anche se con i treni lucani l’interruzione corrisponde alla regola più che all’eccezione. L’utimo ostacolo è stato rappresentato da un albero che a causa di un cedimento del terremo ha creato un ostacolo tra le stazioni di Contursi e Campagna. Per poter viaggiare su binari il desueto Minuetto ancora per oggi sarà sostuituito da automotrci molto “vintage”. E fa rabbia che mentre in Basilicata si attende dal cielo la costruzione del cosidetto “baffetto” che possa snodare l’alta velocità in queste antiche lande, nella più piccola e meglio collegata Liguria ieri ha appreso dal Cipe di aver ottenuto i primi 500 milioni di euro per costruire la terza variante di valico.
Lentamente, molto lentamente, la situazione sulla Basentana migliora a secondo gli itenerari di viaggio. Attorno alle 11 voci ufficiose danno la Basentana libera a 20 ore dall’incidente stradale . E il pensiero torna a trent’anni fa. Mi soccorre il bel libro “Terremoti spa” che Antonello Caporale domenica mattina alle 10,30 al Teatro stabile di Potenza quando leggo a pagina 42 “Molti sapolti (dalle macerie) sono alla fine crepati perché chi avrebbe potuto salvarli era rimasto perduto nelle mostruose code che si formavano ovunque, essendo le strade transitabili poche e malmesse, spesso complici errate cartine stradali o viadotti tracollati. L’imbottigliamento divenne infernale anche per il fango e la pioggi mista a neve che interrompeva il passo ad una moltitudine avanzante nella più densa anarchia”:
Lo stesso caos di queste ore. Che le celebrazioni del trentennale del terremoto siano meno retoriche e più propositive.

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