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Beni per un valore di oltre 200 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Polizia di Stato alla cosca Commisso di Siderno, una delle più attive e note della ‘ndrangheta. I beni sequestrati consistono in appartamenti, terreni, attività commerciali e denaro in contante. Il sequestro rappresenta un seguito dell’operazione Crimine, sulle attività illecite della ‘ndrangheta in Lombardia, che nel luglio scorso portò all’arresto di oltre 300 persone, ed è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, che ha accolto la proposta del questore, Carmelo Casabona.
Le indagini che hanno portato al provvedimento sono state condotte dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, dallo Sco e dal Commissariato di Siderno. I beni sequestrati rappresentano il «tesoro» della cosca Commisso, accumulato in decenni di attività illecite. Tra ibeni figura anche un centro commerciale per un valore di duecento milioni di euro. Il centro, denominato I Portici, si trova a Siderno, nei pressi del Municipio, e la maggioranza delle quote della società che ne è proprietaria sono intestate ad affiliati alla cosca Commisso. Una lavanderia ubicata nella struttura, in particolare, è di proprietà di Giuseppe Commisso, soprannominato «u mastro», indicato dagli investigatori come il capo della cosca. Della lavanderia si è già parlato nell’inchiesta Crimine anche perchè al suo interno la polizia ha effettuato delle intercettazioni ambientali da cui è emerso che veniva utilizzata per le riunioni in cui si decidevano le strategie del gruppo criminale e venivano attribuite le cariche al suo interno. Le intercettazioni nella lavanderia sono state utilizzate anche nelle indagini che hanno portato all’operazione di martedì scorso contro le cosche Cordì e Cataldo da cui è emerso un accordo tra i due gruppi criminali dopo una faida protrattasi per oltre 40 anni.
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