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Sedici persone sono state denunciate dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale con l’accusa di avere gestito un traffico di reperti rubati. L’operazione trae origine dal sequestro in tutta Italia, risalente allo scorso mese di luglio, di migliaia di reperti che erano stati prelevati da siti archeologici della provincia di Cosenza.
L’operazione è stata condotta dai carabinieri dei Nuclei tutela patrimonio artistico di Cosenza, Venezia, Bari, Torino, Ancona, Firenze e Napoli e dell’analogo Reparto di Roma, con il supporto del Comando provinciale di Cosenza. Le indagini che hanno portato alle denunce sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri, e dal pm Antonello Tridico. I sequestri di reperti rubati da cui è scaturita l’operazione sono stati effettuati in Calabria, Lazio, Campania, Fiuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, e Abruzzo. In particolare, nel corso dell’operazione, sono state sequestrate quattromila monete d’argento e bronzo di epoca magno-greca, romana e bizantina; seicento reperti archeologici e trecento di natura paleontologica.

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