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La prima richiesta è quella dei comitati locali e regionali e dalla rete Calabrese per la difesa del territorio “Franco Nisticò” che chiedono la fine del commissariamento del settore rifiuti, attivo ormai da più di 12 anni.
Intanto dopo la chiusura di una settimana per il maltempo, la discarica di Pianopoli gestita dalla Eco Inerti ieri ha riaperto senza che, come annunciato, non accoglierà nessun carico dalla Campania. La vicenda però preoccupa gli ambientalisti calabresi, che domenica mattina si ritroveranno sul corso di Pianopoli per manifestare contro la discarica privata: «Sul tema esistono più indagini della magistratura che politiche ambientali serie», sostiene Franco Sesto, esponente lametino della rete, «c’è un decreto per vedere perché si è arrivati alla situazione campana, oltre a quello di far arrivare i rifiuti in Calabria. Oggi quindi si scarica a Pianopoli, domani altrove.
Il sito di Carratello è stato dimostrato più volte non idoneo, ma questo sembra non interessare il commissario per l’emergenza, e sembra che già ci dovremmo rassegnare ad una prossima e duratura emergenza anche per la stessa Calabria». Normale quindi lo “scetticismo” su un possibile raddoppio del sito, «perché non si può mercificare in questo modo un bisogno dei cittadini e la loro salute» reputa Sesto. Nel 2010 nelle casse di diversi comuni sono arrivati finanziamenti per l’aumento della raccolta porta a porta e per la creazione delle isole ecologiche o delle riciclerie, e per questo Sesto ricorda come «non è tanto il privato o il pubblico il problema, quanto la mancata vigilanza sulla spesa di tali fondi e sul rispetto del piano dei rifiuti».
Filippo Sestito, esponente del crotonese: «chiediamo che si chiuda il commissariamento per l’emergenza ambientale in Calabria, che dopo circa 15 anni ancora non ha trovato una propria soluzione. Esiste un piano regionale dei rifiuti che è ancora inevaso nonostante l’approvazione in consiglio, e l’attuale commissario, che è anche governatore della regione, dovrebbe provvedere a creare un centro di smaltimento per ogni provincia come previsto nel piano». Sestito ricorda che non esiste solo il caso di Pianopoli, ma che «nella provincia di Cosenza manca ancora un centro di smaltimento provinciale, a Crotone si parla di raddoppio nonostante quanto sta succedendo ora a Pianopoli sia già successo in quel territorio con tutti i danni consequenziali». L’esponente crotonese non nasconde nemmeno che «dietro il ciclo dei rifiuti spesso si annida anche la mafia, oltre che privati i quali non badano troppo ai territori che vanno a deturpare. Vicino a Crotone, per esempio, si sta per aprire una discarica per diverse tonnellate di amianto, e non è nemmeno raro che chi prima abbia avuto a che fare con il commissario poi diventi consulente di ditte private, aspetto che deve far riflettere».

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