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di NUCCIO FAVA
Si succedono drammaticamente le emergenze italiane, con salvatori improbabili che si offrono senza risparmio, passando dall’una all’altra. Primeggia il presidente Berlusconi che, affiancato da Bossi assicura l’ennesimo miracolo ad una popolazione, quella veneta, scettica ma non rassegnata e già alle prese di propria iniziativa con l’opera di ricostruzione. I veneti non sono i campani e i calabresi non sono i piemontesi. Questo lo sappiamo da sempre e l’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia dovrebbe ricordarcelo per farne tesoro in modo virtuoso senza contrapposizioni pericolose. La frattura resta invece profonda anche nella percezione delle sciagure, contrapponendo gli interventi per i crolli di Pompei a quelli per le alluvioni in Veneto, per non dire della macchia orribile della spazzatura a Napoli, per la quale neppure Berlusconi e Bertolaso sono riusciti a fare il miracolo. C’è forse qualcosa di ineluttabile, ma c’è anche purtroppo una costante inadeguatezza dei governi e della politica, una incapacità ad affrontare le questioni prioritarie, dissipando energie e risorse in contrapposizioni propagandistiche, in scontri verbali inconcludenti. Si preferisce scaricare la colpa sugli altri, chiamare in causa” chi c’era prima”, senza mai una compiuta assunzione di responsabilità. Ci avevano raccontato che tutto sarebbe finalmente cambiato con l’arrivo della seconda Repubblica, con l’alternanza Prodi-Berlusconi, con l’avvento del “porcellu”’. Scopriamo invece che in tanti si chiedono se dopo la rottura di Fini stiamo per tornare alla prima Repubblica o dobbiamo affidarci alla terza. Un governo politicamente in crisi gioca intanto sulla pelle dei cittadini e l’opposizione non trova il coraggio di assumersi le responsabilità che gli spetterebbero.
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