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«No, davvero, non è possibile che gli amministratori trovino soluzioni in maniera democratica e trasparente e, poi, i soggetti gestori ci mettano davanti a uno smaltimento che va a singhiozzo, con le discariche di volta in volta chiuse o parzialmente aperte». In questo sistema «c’è qualcosa che non fila e la cosa ci deve far riflettere». Lo sfogo del sindaco Santarsiero segue l’ennesimo “alt” al circuito della raccolta e dello smaltimento che da diversi giorni a fatica trova sfogo a Potenza. Ieri mattina ancora difficoltà. Mentre dagli amministratori di Tricarico a Palazzo di città arrivavano notizie rassicuranti, né si erano registrate ulteriori proteste, nel Potentino le notizie non sembravano essere tali. Non sembrano siano arrivati tutti i camion previsti (un totale di 75 tonnellate di rifiuti) nella discarica di Tricarico. Quel conferimento, stabilito, tra l’altro, da un’ordinanza regionale, aveva già incontrato, qualche giorno fa, l’opposizione di un gruppo di cittadini del paese materano che non avevano colto di buon grado la ricezione dei carichi potentini rifiutati, ancora prima, a La Martella. Ci è voluto un consiglio comunale aperto per rasserenare gli animi e trovare l’intesa di solidarietà tra le due comunità: basta opposizioni all’ordinanza di viale Verrastro, almeno in attesa di un tavolo istituzionale. Ma ieri le cose non sembrano andate per il verso giusto, almeno nelle quantità sversate. Così, la raccolta tra i cassonetti del capoluogo prevista per ieri dovrebbe completarsi solo oggi: sversati i rifiuti a Tricarico, la stazione di trasferenza di Tito Scalo potrebbe così accogliere i rifiuti raccolti in città.
Santarsiero ha convocato per oggi un incontro con tutti i sindaci dei paesi dell’hinterland che conferiscono alla stazione titese: l’occasione sarà utile agli amministratori per porre ancora una volta la questione (del resto anche il sindaco di Picerno Russillo, solo ieri, in analoga sofferenza, aveva chiesto una mobilitazione comune). Quello che Santarsiero pone è un circolo per cui, fatte salve le competenze di Provincia e soprattutto Regione, «sono i sindaci che poi si trovano nel mezzo del problema. I rifiuti, ormai, al pari dell’acqua, devono essere considerati un “bene primario”, e per questo la loro gestione deve essere completamente pubblica». Va oltre e chiede che siano proprio i Comuni «protagonisti del ciclo almeno per quanto riguarda programmazione e gestione». Non è la prima volta che torna sull’argomento, lo fa spesso da quando si è aperto un lungo botta e risposta tra il Municipio e la Regione rispetto all’ampliamento della discarica di Pallareta (dopo un contenzioso risolto dal Tar si è resa necessaria la procedura di caratterizzazione): quella vasca, che a lungo ha raccolto i rifiuti di Comuni di Potentino e Materano, sarebbe gestita dall’Acta, una spa per il momento a totale capitale pubblico.
Ora, la contingenza si riannoda al dibattito che da qualche tempo tiene banco, tra maggioranza e opposizione: quanto conta il pubblico? quanto riesce a far valere il ruolo di leadership? e, soprattutto, quanto la politica riesce a governare questi processi sul territorio?
Proprio in fatto di gestione del settore, i paradossi, almeno quelli denunciati dalla politica, in modo bipartisan, non mancano. Le strutture sub-regionali come l’Aato, soppressi da una legge nazionale, sono in liquidazione. A chi affidare il coordinamento? Proprio per evitare ulteriori strutture e sul modello di quanto già fatto in altri territori, più volte la Provincia di Potenza ha chiesto, negli interventi del presidente Lacoarzza e dell’assessore all’Ambiente Massimo Macchia, di affidare all’ente locale, già in parte delegato al settore, programmazione e gestione. C’è poi un altro nodo fondamentale. Tutti si dicono concordi nel dire che la raccolta differenziata è l’unica soluzione reale al problema (meno rifiuto è destinato alla discarica, meno volumi saranno necessari. La Provincia di Potenza ha, tra l’altro, avviato il percorso di realizzazione di un impianto di biostabilizzazione). Ma quanto è buona la raccolta differenziata sul territorio? Quanti progetti sono stati avviati? Più volte, e recentemente in una audizione in commissione a Potenza, l’assessore Macchia ha spiegato che, secondo i dati raccolti a piazza Mario Pagano, se la raccolta differenziata fosse su tutto il territorio al livello imposto dalla legge (dal 30 al 35 per cento) le discariche attualmente attive (tre su sette, ovvero Sant’Arcangelo, Venosa e Lauria) avrebbero volumi utili fino al 2018. Non poco. Invece la sofferenza è problema quotidiano.
Sara Lorusso
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