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di FRANCESCA GRESIA E’ un’amara verità quella scoperta, ieri mattina, dalle numerose forze impegnate nella ricerca di Domenico Lucarelli di Sant’Arcangelo, scomparso lo scorso due novembre. Sono le 8 e 45 del mattino quando l’unità cinofila del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Potenza individua il cadavere dell’anziano settantaduenne nei pressi di un’area impervia a meno di un chilometro di distanza dal suo podere. L’unità è stata allertata per la seconda volta nel pomeriggio del 4 novembre a seguito degli scarsi risultati delle ricerche condotte dai numerosi uomini impegnati a setacciare le aree accessibili. Immediato l’arrivo sul posto del Soccorso Alpino fluviale di Matera e del Comando Avanzato dei Vigili del Fuoco di Potenza che, mediante le tecnologie a disposizione, ha potuto preparare il campo all’intervento delle unità cinofile escludendo l’intero territorio battuto. Ieri, un briefing intorno alle 6 del mattino alla presenza dei Carabinieri di Sant’Arcangelo ha permesso di decidere come procedere e le ricerche sono ripartite concentrandosi sulle zone difficilmente raggiungibili dagli uomini. Due ore sono bastate a Cherry, il pastore tedesco di 6 anni in servizio presso i vigili del fuoco, per condurre Nicola Confuorti al cadavere di Domenico Lucarelli. Difficile sapere con certezza ciò che sia accaduto nello sfortunato 2 novembre. Il cadavere sembra essere in buone condizioni e data la posizione dello stesso in un pendio leggermente sovrastante rispetto al letto del fiume, si pensa che l’uomo abbia raggiunto il posto in maniera autonoma forse per scampare all’arrivo della piena a seguito del terribile nubifragio che si stava abbattendo sul paese. A conferma della tesi anche il fatto che l’uomo avrebbe avuto con sé una borsa e nel tragitto avrebbe perso una scarpa. Riportato a valle con un mezzo quattro per quattro, il corpo dell’anziano signore è stato trasportato all’Ospedale di Villa D’agri dove sarà effettuata l’autopsia che potrà realmente far comprendere cosa è successo quando Domenico ha raggiunto il posto che considerava sicuro e dove, invece, ha trovato la morte. Recatosi in campagna come d’abitudine lo scorso 2 novembre, il settantaduenne non era rientrato per il pranzo e ciò aveva suscitato preoccupazione nella moglie che aveva allertato un parente affinché controllasse che non gli fosse accaduto nulla. Vicino al suo podere, in località Salicara, è stata rinvenuta la sua autovettura, una Fiat Panda, aperta ma senza chiavi, eppure di Domenico nessuna traccia. Informati i Carabinieri, proprio dalla sua macchina partono le ricerche ma non è semplice individuare l’uomo perché il nubifragio è passato da poco e il fiume è ancora in piena. L’indomani mattina, fin dalle prime luci dell’alba, un dispiegamento di forze umane dei Carabinieri, del Soccorso Alpino, della Protezione Civile e di quattro squadre dei Vigili del Fuoco battono la vasta area mentre la segnalazione di una signora di Colobraro che avrebbe notato un uomo bagnato camminare lungo la provinciale che da Sant’Arcangelo conduce in paese, apre una seconda pista. Da quel momento si procede in entrambe le direzioni con la speranza di riportare, il prima possibile, Domenico dai suoi familiari. Ancora un altro giorno di ricerche, un elicottero continua a girare ma nessun nuovo particolare emerge, non resta che intervenire con l’aiuto degli animali lungo le due aree impervie che gli uomini non hanno potuto controllare. Purtroppo è proprio una delle due zone a chiudere il cerchio, seppure in maniera tragica.

Lo strazio della famiglia di VELERIA GENNARO

NATO a Colobraro il 21 aprile del 1938, Domenico Lucarelli ha vissuto nel paese natio fino a quando non si è sposato, dopodiché è andato a vivere con sua moglie a Sant’ Arcangelo, nella parte vecchia del paese, nel rione Casale. Tre sono i figli di Domenico, due femmine e un maschio, ora felicemente sposati, vivono tutti nel nord Italia. Lucarelli ha svolto, per tutta la sua vita, la professione di imballatore meccanico, poi una volta in pensione, come molti, amava trascorrere il suo tempo libero nel suo podere e a contatto con la natura. «Stava bene papà -ha fatto sapere al Quotidiano la figlia Piera – solo tre anni fa aveva subito un intervento alla testa, a causa della formazione di un ematoma. Mio padre era una roccia – aggiunge – era lucido e sempre dedito alla famiglia» . «Non ho parole per ringraziare le forze dell’ordine, in particolare il maresciallo, e il sindaco per la disponibilità e l’umanità dimostrate». Una vita semplice, quella di Domenico Lucarelli, che proprio ieri si è spezzata, forse quando finalmente avrebbe potuto dedicarsi totalmente alla sua famiglia, coccolare i suoi nipotini e coltivare le sue semplici passioni. L’unico hobby del settantaduenne era quello di andare ogni mattina in campagna, nel suo podere. I santarcangiolesi lo ricordano come un uomo tranquillo, cordiale con tutti, aperto e pieno di vitalità. Forse, come afferma anche sua figlia Piera, «quel giorno era il suo destino. La mamma non voleva farlo uscire». Infatti, per tutta la giornata del giorno dei morti, il paese è stato colpito da un violento nubifragio. Domenico amava moltissimo andare alla ricerca di funghi ed asparagi, la sua passione era proprio quella di stare nei boschi, e proprio in un bosco è stato ritrovato, nella mattinata di ieri, il suo corpo senza vita. Una passione, che forse, gli è costata la vita.

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