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di PIERO QUARTO
L’URGENZA di affrontare l’intera questione del ciclo dei rifiuti, la necessità di affidare ad un dirigente esperto la gestione dell’impianto di La Martella, l’individuazione attenta di un sito che non costituisca aumenti di costi per la comunità, “l’ipocrisia” dell’ordine del giorno votato in Consiglio comunale e poi una provocazione sulla Tarsu: «hanno votato contro l’aumento, ora l’abbassino hanno i numeri». Saverio Acito ricostruisce la storia della discarica di La Martella parlando anche degli errori del passato, della continua emergenza sui rifiuti e dell’incapacità di affrontare in maniera sistematica i problemi ma procedendo sempre in emergenza, ci blocca subito proprio sul termine discarica e spiega: «questa situazione di emergenza si è determinata nella discarica ma lì in realtà doveva esserci uno stabilimento di trasformazione del rifiuto. Un progetto partito sotto l’Amministrazione Di Caro che è stato realizzato poi con me sindaco ma è stato mal gestita dalle successive amministrazioni.
Noi avevamo creato una delle strutture più moderne d’Italia per trattare i rifiuti, 100 tonnellate al giorno potevano arrivare e essere trattati, quindi non solo da Matera.
Si doveva arrivare alla produzione di compost commerciabile e gestire l’impianto di compostaggio con figure professionali che sanno controllare lo stabilimento. Non erano previste vasche per i rifiuti» continua, «ma semplicemente i sovvalli per contenere ciò che non poteva essere trasformato in compost. Questo era il progetto.
Noi invece siamo riusciti a fare l’opposto, abbiamo abbandonato l’impianto di compostaggio e trasformato le vasche per la raccolta dei rifiuti, oggi diventa necessario delocalizzare ma all’epoca ci furono investimenti con fondi della Cassa del Mezzogiorno per alcuni miliardi di lire per quell’impianto». Insomma il problema non è la localizzazione dell’impianto ma la trasformazione che se ne è fatto perchè quell’impianto non doveva essere una discarica ma uno stabilimento industriale: «è per questo che è stato localizzato nella zona industriale di La Martella».
«Oggi ci sono degli agitatori di popolo che sono stati nelle amministrazioni e lo sono ancora e che non sanno fare di meglio dei capipopolo contro la discarica, ma quell’impianto se funziona come stabilimento non dà problemi» aggiunge ancora Acito che affronta poi la questione in maniera più ampia: «noi prima o poi dovremo occuparci e confrontarci sul ciclo completo dei rifiuti, sulla necessità di trasformare l’organico in compost, i rifiuti in discarica non arriveranno perchè il presidente della Regione ha revocato il provvedimento ma il problema va affrontato complessivamente. E’ per questo che ho abbandonato i lavori dell’ultimo Consiglio, il documento firmato è un’ipocrisia».
Acito non si tira indietro neanche quando gli ricordiamo che dal 2007 al 2009 ad amministrare la città è stata l’Amministrazione Buccico nella quale lui era vicesindaco. «Un’Amministrazione che ha trovato una situazione di emergenza, abbiamo dovuto affrontare ben presto i sequestri dell’autorità giudiziaria, la situazione dei rifiuti che si vede ancora adesso non l’abbiamo prodotta certo noi. Abbiamo cercato di gestire la situazione, migliorare le strutture, predisporre gli interventi per rendere disponibile il quinto settore, avviare ed affidare un bando che prevedesse la raccolta differenziata, interrompendo un regime di proroghe che oggi, in altri settori, è tornato a regnare. Insomma abbiamo fatto il possibile, forse avremmo dovuto affrontare la questione in modo complessivo da subito come il gruppo di “Città Domani” aveva chiesto. Ma l’emergenza era forte».
Ora c’è la necessità di individuare un nuovo sito per i rifiuti: «un lavoro che la Provincia dovrà fare ma che il Comune non potrà non verificare perchè non dovrà accrescere i costi sulle spalle dei cittadini. Anche questo sarà importante». Poi Acito tratta anche la questione della gestione dell’impianto: «è necessario nominare qualcuno che dia garanzia sul corretto funzionamento dell’impianto e verifichi i rifiuti che arrivano dalla ditta che gestisce il servizio di raccolta. Serve un dirigente che capisca di gestione della raccolta dei rifiuti». Poi l’ultima battuta sulla Tarsu e sulla possibilità di un’abolizione per i cittadini di La Martella che costituisca una sorta di risarcimento ambientale: «non sappiamo quali sono le necessità richieste dal bilancio, noi come Amministrazione recuperammo 3,5 milioni di euro disponibili con l’aumento della Tarsu. Oggi in Consiglio c’è il centrosinistra e le civiche di Tosto che votarono contro quell’aumento, hanno i numeri per tornare indietro. Sono curioso di vedere come si può fare a migliorare il servizio, estendere la differenziata, delocalizzare la discarica e abbassare la Tarsu».
Acito è chiaramente ironico, ma la sua provocazione la dice lunga sul suo pensiero su questa vicenda che nasce sbagliata nella notte dei tempi e che finora ha visto una serie di errori in serie che hanno portato oggi ad una strada con poche vie d’uscita.
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