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di ANTONIO CORRADO
«L’AZIENDA sanitaria di Matera è stata virtuosa nell’anno 2009, risparmiando 2,6 milioni di euro, a fronte di un guadagno complessivo regionale di circa 4,3 milioni». Non ha dubbi, il direttore generale dell’Asm, Vito Gaudiano, che ha presentato ieri, insieme con il direttore amministrativo Rocco Ierone, i primi esiti concreti del Piano aziendale, il quale ha rispettato, addirittura per difetto, il preventivo di spesa presentato al Dipartimento regionale. Un risultato raggiunto non senza sacrifici nei primi 18 mesi di attività dell’Asm, «ma -ha precisato Gaudiano- senza penalizzare servizi essenziali per la popolazione sanitaria regionale, anzi riducendo di tre punti percentuale la cosiddetta mobilità passiva, ovvero i pazienti lucani che si ricoverano in strutture di altre regioni. Un altro dato importante è la mobilità attiva, ovvero i ricoveri da fuori regione, che ha raggiunto un più 10%, a fronte di un incremento del 28% sulla specialistica ambulatoriale. «L’Asm, come ha dichiarato il direttore del dipartimento regionale, è diventata un Polo di attrazione a livello regionale -ha proseguito Gaudiano- e di questo va dato merito anche agli operatori sanitari, perché questi dati virtuosi non si inseriscono in un periodo di vacche grasse, ma in piena crisi, con scarse risorse assegnate, assunzioni bloccate e l’obbligo di rimpiazzare solo il 30% del personale dismesso». Un particolare, quest’ultimo, che incide non poco sulla situazione complessiva della sanità in provincia di Matera, dove gli infermieri sono ormai ridotti al lumicino, «abbiamo perso ottanta unità -ci ha confermaro Gaudiano- e ne abbiamo assunte solo 23; ne servirebbero almeno altre cinquanta, da distribuire su tutti i presidi provinciali. Abbiamo accettato queste limitazioni perché bisogna ricordare che la Basilicata è l’unica regione del Centro-Sud, che non è stata commissariata, quindi è giusto che le aziende sanitarie diano una mano alla Regione». Un virtuosismo che si inserisce, comunque, in una situazione di deficit finanziario piuttosto pesante, da caricare, però, ha precisato Gaudiano, su tutto il sistema sanitario regionale, non solo nell’ambito dell’Asm. Una debitoria che ammonta a circa 24 milioni di euro, per cui il trend positivo del 2009 dovrà necessariamente essere rispettato, per non perdere quanto già raggiunto. Ci sono, poi, costi fissi che si ripercuotono negativamente sul bilancio 2009, come gli adeguamenti contrattuali dei medici e l’integrazione del personale del 118. «Nel primo semestre 2010 -ha anticipato il direttore generale- i dati sono sicuramente migliori di quelli 2009, e siamo sempre nel periodo di crisi. Stiamo approntando un piano di assunzioni da predisporre con razionalità, dandoci alcune priorità; io devo prima garantire la medicina d’urgenza e il Pronto soccorso, poi verificheremo dove andare a prendere altro personale». Resta, poi, il nodo degli ospedali, soprattutto quelli piccoli, verso i quali si dovrà procedere a una razionalizzazione funzionale. In merito il Direttore generale ha le idee chiare: «Bisogna mettere in rete tutti i presidi regionali, evitando di creare inutili doppioni rispetto ai servizi specialistici; solo così si potranno risparmiare risorse preziose, migliorando la qualità delle prestazioni, in quanto più interventi di un certo tipo si fanno in una struttura specializzata, più cresce il livello di professionalità. E’ operativo un tavolo istituzionale, per lavorare sul sistema delle reti sanitarie». Un altro snodo nevralgico, secondo Gaudiano, è quello della classificazione degli ospedali in base alle loro perculiarità/potenzialità. In questo modo, inevitabilmente, si incentiva la mobilità interna dei pazienti, che potrebbe scontrarsi con il deficit infrastrutturale e dei trasporti, male endemico della Basilicata. «In parte è così, bisogna ammetterlo -ha precisato Gaudiano- ma non è un compito nostro intervenire in materia; noi come Asm abbiamo già fatto tanto, con l’istituzione della navetta per il Crob di Rionero». Sui piccoli ospedali, Gaudiano è partito da una recente dichiarazione del presidente De Filippo, il quale ha detto che la Basilicata territorialmente è una grande regione, perché la rete ospedaliera, tolti i quattro Psa (Policoro, Lagonegro, Melfi e Villa D’Agri), tolti i due Dipartimenti di primo e secondo livello (Matera e Potenza) e il Crob di Rionero, restano dieci presidi distrettuali, che dovranno specializzarsi in servizi differenziati di qualità. «E’ impensabile aprire un Punto nascita, dove è stato già tolto da anni -ha detto Gaudiano- anzi, la Commissione nazionale ne sta facendo una questione numerica stretta, per cui oggi rischia anche Policoro, che deve recuperare il 50% dell’utenza (da 400 a 800 parti l’anno) per non rischiare la chiusura. Un risultato importante da evidenziare -ha concluso il Direttore generale- è che noi fuori regione siamo apprezzati e stimati in materia di sanità, allora non sprechiamo le risorse e specializziamo i nostri ospedali senza inutili doppioni, soprattutto nei servizi iperspecialistici da concentrare in unici presidi. La Regione deve fare rete interaziendale sulla sanità, così faremo qualità ed economia. Siamo 4 direttori generali, quindi è anche facile dialogare».
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