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Lo scorso anno ad Amantea, si svolse un’iniziativa ampiamente partecipata, accompagnata dallo slogan “Riprendiamoci la vita, vogliamo una Calabria pulita”. «Quel giorno da tutta la Calabria è partita una forte e corale richiesta di verità sui sospetti affondamenti di navi cariche di scorie tossiche e sulla contaminazione radioattiva del territorio nel Tirrenio e nello Jonio – dichiara Nuccio Barillà del direttivo nazionale di Legambiente -.
Ma, a un anno di distanza, la maggior parte delle domande attende ancora risposte esaurienti da parte del Governo e della magistratura».
«Continueremo la nostra battaglia per la verità – aggiunge Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente -, un impegno avviato dall’associazione nel 1994, sul quale proseguiremo a lavorare anche attraverso il Comitato nazionale per la verità sulle navi dei veleni e l’intrigo radioattivo. Dalle navi affondate alla vicenda di inquinamento della vallata del fiume Oliva, molte questioni rimangono da chiarire e siamo al fianco dei cittadini che chiedono spiegazioni». Legambiente chiede l’immediata e completa bonifica dei siti contaminati, a cominciare da Crotone e dalla vallata del fiume Oliva. E rinnova il proprio sostegno ai magistrati che indagano sui traffici di rifiuti tossici e radioattivi, come il procuratore delle Repubblica di Paola.

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