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POTENZA – Serve un nuovo prelievo, questa volta diretto, del Dna di Danilo Restivo, l’uomo accusato dell’omicidio di Elisa Claps. A chiederlo è l’avvocato Giuliana Scarpetta, legale della famiglia Claps, all’ingresso dell’aula del Palazzo di giustizia di Salerno dove si è svolta la prima udienza del secondo incidente probatorio sui reperti prelevati dal sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, e dei locali della canonica attigua. «L’unica certezza della perizia di Vincenzo Pascali – ha dichiarato l’avvocato – è che gli oggetti analizzati non erano in uso a Danilo Restivo, quindi noi non abbiamo certezze neppure sul suo Dna. A questo punto si dovrà prelevare nuovamente».
La richiesta è stata ribadita con forza davanti al giudice per le indagini preliminari Attilio Orio che si è riservato di decidere con ordinanza fuori udienza nei prossimi giorni. Affidata invece, come previsto, la perizia sulle tracce biologiche presenti sulla scena del delitto, per cui sono stati incaricati i Ris di Parma e il Racis di Roma, “Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche”. Le due strutture specializzate dell’Arma dovranno riesaminare i campioni già forniti dalla magistratura inglese, e oggetto delle analisi del professor Vincenzo Pasquali, capo del dipartimento di genetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per individuare il profilo genetico di Restivo e confrontarlo con i reperti sequestrati nel sottotetto della chiesa di Potenza della Santissima Trinità. I tecnici avranno 60 giorni di tempo per rispondere ai quesiti del gip che ha accolto in questo modo le richieste avanzate dai pm che si stanno occupando del caso Rosa Volpe, e Luigi D’Alessio.
«Credo che questo tempo non sarà sufficiente», ha dichiarato all’uscita dell’aula sempre l’avvocato Scarpetta, a chi gli chiedeva una previsione sulla data in cui il cadavere di Elisa verrà restituito alla famiglia, e potranno svolgersi i funerali della ragazza scomparsa nel ‘93.
«Si rifarà tutto d’accapo – ha proseguito – poi si completeranno le analisi sui reperti prelevati dall’abitazione di Restivo in Inghilterra, che non sono stati presi in considerazione, e si concluderà anche quella parte della perizia». Il sospetto, neanche tanto nascosto, è che il profilo isolato e confrontato con quello ritrovato nel sottotetto della Trinità possa appartenere a qualcun’altro che non è l’unico indagato per l’omicidio di Elisa, ovvero Restivo.
Ai cronisti che chiedevano se Restivo, secondo l’accusa, possa godere ancora oggi di coperture, il legale ha detto che si tratta di «una domanda da 100 milioni di dollari» e si vedrà soltanto «con il proseguo delle indagini. Ovviamente – ha aggiunto – noi stiamo andando avanti anche sul fronte delle coperture del passato, e vedremo se ce ne siano ancora oggi».
Nessun commento invece da parte di Mario Marinelli, l’avvocato di Danilo Restivo. «Non ho niente da dire» Ha ripetuto più volte Marinelli, che ha invitato a rivolgersi alla controparte «che è più loquace di me». Nei primi giorni seguiti al ritrovamento del corpo di Elisa, lo scorso 17 marzo, sempre attraverso il suo legale, Restivo si era messo a disposizione degli investigatori per la prova del Dna. Ma con l’arresto e l’incriminazione per l’omicidio di Heater Burnett, quindi il sequestro di alcuni oggetti nella sua abitazione da parte della polizia del Dorset, che li poi avrebbe spediti in Italia proprio per il prelievo del Dna, l’atteggiamento della difesa è cambiato, si è irrigidito, come per gli oggetti prelevati dall’abitazione di famiglia a Erice, in provincia di Trapani.
Nel caso in cui il gip dovesse accogliere la richiesta del legale della famiglia Claps gli atti andranno trasmessi per l’esecuzione in Inghilterra, dato che Restivo è ancora detenuto nelle carceri della Regina.
l.a.

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