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di FRANCESCO GIUSTO
«LA cultura non è consumo ma produzione».
Con questa premessa, sabato pomeriggio presso Palazzo Lanfranchi, il presidente della Fondazione “Zétema”, Raffaello De Ruggieri, ha aperto i lavori del convegno intitolato: “La fruizione del patrimonio culturale tra crescita civile e sviluppo economico: il caso Matera”. «Torino, come è noto – ha spiegato De Ruggeri- è la città delle automobili, non perchè vi circolino tante macchine, ma perchè se ne producono di più che nel resto d’Italia».
E l’assunto e il paragone, infatti, non fanno una piega: «Le fasi immediatamente successive, però – ha precisato il presidente di Zétema- debbono essere necessariamente due: la formazione degli addetti ai lavori e la fruibilità del prodotto».
Sul risultato di quanto sia stato fatto già in questa direzione, il presidente di Zétema, ha una certezza positiva: «Si è passati dal rifiuto del valore identitario, all’orgoglio di appartenenza, alla consapevolezza di essere abitanti di una città magnetica, condizione necessaria per produrre idee». In definitiva, è stato attivato, sicuramente, un circolo virtuoso. E, su questo punto, concorde è stato, Severino Salvemini, professore ordinario di Organizzazione aziendale, presso l’Università Bocconi, di Milano, anche lui, presente, sabato.
«Sono state fatte le cose più forti – dice – e ne sono piacevolmente sorpreso; ora, occorrerà migliorare le capacità gestionali. Chi dirige un’impresa culturale oggi, deve saper mettere insieme qualità e quantità; deve avere conoscenze, sia tecniche che artistiche. Allo stesso modo, i policy makers: assessori, governatori e associazioni devono saper dialogare con gli imprenditori, per creare quell’imprescindibile sinergia pubblico-privato».
Eppure, Marilena Pirrelli, giornalista de Il Sole 24 Ore, moderatrice del convegno, ha evidenziato che: «Il governo taglia il 15,6% dei fondi Mibac (ministero per i Beni e le Attività culturali) nonostante la cultura rappresenti il 6,2% del Prodotto interno lordo nazionale».
Mariella Enoc, presidente di Confindustria Piemonte e vicepresidente di Fondazione Cariplo, dal canto suo, ha dichiarato: «I vantaggi degli investimenti in tale settore sono enormi. Venti milioni di euro, per noi, sono diventati sessantacinque».
Si lavora, a quanto pare, tra la miopia, e, aggiungeremmo, la presbiopia delle istituzioni.
«Paradossale poi -ha continuato De Ruggieri- è quando ad accordare fiducia e stima a una città del Sud e a professionisti del territorio sia un istituto di Milano e non una banca locale: un vero assurdo».
Il riferimento era alla Banca popolare del Mezzogiorno, che ha appena revocato i contributi per il Museo materano delle Arti applicate “Casa di Ortega”, dopo il trasferimento della direzione dalla città dei Sassi a Crotone.
Il programmato Distretto culturale dell’habitat rupestre, lungo la dorsale bradanica da Melfi a Metaponto sarà la traduzione progettuale di questo metodo di lavoro negli anni. Sarà finanziato dall’Acri e per essa dalla Fondazione Cariplo di Milano.
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