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«Complimenti ad Antonino Barillà, campione nello sport e nello studio, il quale, con i suoi successi in giro per il mondo, tiene alto il nome della Calabria». Così il presidente del Coni Calabria, Mimmo Praticò, ha salutato il giovane reggino in occasione del riconoscimento che l’assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Caridi, ha riservato all’atleta della nazionale di Tiro a volo in forza al gruppo sportivo della Marina Militare.
Ieri, nella sala «Giuditta Levato» del Consiglio regionale, si è svolta la cerimonia di premiazione alla presenza anche del presidente provinciale del Coni, Giovanni Filocamo, e del presidente regionale della Fitav, Antonio Carone. «La Regione – ha detto Praticò – dimostra, così, di seguire da vicino i tanti giovani promettenti calabresi che, seguiti in loco da tecnici di alta professionalità, potrebbero diventare i campioni del futuro portando alto il nome della Calabria sportiva nel mondo. Purtroppo però, ancora oggi non c’è la piena possibilità di poter tutelare e seguire al meglio i giovani talenti, in quanto la mancanza di strutture li obbliga a dover emigrare verso regioni più all’avanguardia nell’ambito sportivo, oppure a dover rinunciare del tutto ai propri sogni».
Tornando a parlare di Barillà, vicecampione del mondo individuale e campione del mondo a squadre, cresciuto agonisticamente nell’associazione «Villa San Giuseppe», Praticò ha evidenziato che «appartenere ad gruppo sportivo come quello della Marina Militare, da la possibilità di poter esprimere al meglio le proprie qualità». «Mi auguro – ha continuato il presidente del Coni – che la Legge dello Sport, prossima a vedere la luce, finalmente anche in Calabria, possa incidere in modo determinante nella risoluzione di questo tipo di problematiche che gravano sullo sviluppo dello sport.
Spero, inoltre, che presto possano iniziare i lavori della nuova sede della Scuola dello Sport, a Gallina. Il progetto completo della Scuola prevede, tra l’altro, la realizzazione di strutture che permetterebbero ad atleti e società calabresi di poter lavorare con tecnici di alta professionalità ed allenarsi presso impianti sportivi all’avanguardia, evitando emigrazioni costose che graverebbero nella vita e nella crescita dei ragazzi che dovrebbero vivere lontani da casa, famiglia e scuola».
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