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di ANNA MARTINO
POTENZA – Le mense scolastiche riapriranno lunedì 25 ottobre. Questa volta la data è certa. La comunicazione ufficiale da parte dell’amministrazione comunale è giunta ieri durante il sit in di protesta dei circa 70 lavoratori addetti alle mense presso Convivio Srl, l’azienda che fornisce il servizio in città. «Il Comune di Potenza – afferma il sindaco Vito Santarsiero – fa ripartire la mensa conservando le tariffe e le agevolazioni previste, nonostante le criticità del momento». Un momento difficile per tutti i comuni italiani a causa dei tagli imposti dalla nuova manovra finanziaria. «Basti pensare – precisa il sindaco – che comuni come Pavia sono costretti a erogare il servizio mense a giorni alterni e che Avellino, per esempio, è stato costretto a ridurre il numero di pasti, erogandone solo 70 mila al giorno. A differenza del capoluogo lucano che – ricorda Santarsiero -eroga 245 mila pasti al giorno, con un aumento di 160 mila pasti nell’ultimo anno».
E siccome in tempo di crisi a farne le spese sono soprattutto gli enti locali, si è parlato di criticità anche dalla Regione Basilicata che – fa sapere il sindaco – non erogherà gli 800 mila euro richiesti dal capoluogo per il servizio mense. «La Regione – dice il sindaco – ci verrà incontro soltanto per quelle materie su cui esiste la delega. Sul resto, come il servizio mensa, dovrà intervenire il Comune, e sarò in grado di farlo grazie alla capacità gestionale dimostrata e alla compressione della spesa corrente di ben 9 milioni di euro». Sulle così dette “materie in delega”, quindi, il dialogo con la Regione prosegue. Il capitolo mense, invece, può dirsi definitivamente chiuso, almeno per il momento. «La gestione del bilancio – continua il sindaco – è cosa complessa. L’approvazione del nuovo bilancio avverrà nel 2011. Adesso possiamo solo dire che le mense riapriranno e che il servizio non verrà interrotto». Intanto, dall’opposizione, si continua a parlare di manovra politica. In una nota, infatti, la notizia della mancanza di fondi vien definita non solo «errata» ma anche «una strumentale manovra politica per elemosinare qualche spicciolo dalla Regione Basilicata».
L’opposizione si rivolge direttamente al primo cittadino, dicendo: «Occorre ricordare al sindaco e alla cittadinanza intera, che per le mense scolastiche l’amministrazione recupera buona parte dei costi; che l’unica tassa aumentabile, la Tarsu è stata elevata del 16% , che le altre tasse non possono aumentarsi per legge e che la retta per il servizio mensa è tra le più alte d’Italia». Accuse anche all’assessore al Bilancio, definito «novello costituzionalista» in quanto «dopo aver definito incostituzionale la proposta di variazione di bilancio finalizzata a reperire fondi per attivare il servizio mensa, ha omesso di rappresentare la presenza di fondi finalizzati a soddisfare tale bisogno, circa 170.000 euro, come stamane sostenuto dal dirigente del settore ascoltato in II Commissione Consiliare. Per dovere di verità – continua la nota – si rappresenta anche che nel consiglio comunale di ieri si è discussa una delibera di giunta con cui si attingevano circa 270.000 euro per provvedere a una serie di pagamenti tra cui circa 158.000 euro per la stagione teatrale attribuita con affidamento diretto».
Santarsiero, dal canto suo, definisce le accuse «solo speculazioni» e precisa: «Non è che noi non abbiamo soldi. Finora non abbiamo prodotto nemmeno un euro fuori bilancio. Pagare, però, 6 milioni di euro come seconda rata mutuo per il debito storico, per una somma complessiva di rata mutuo pari a 12 milioni e 600 mila euro, non è certo facile». Che i soldi arrivino dalle tasche regionali o comunali, allo stato attuale delle cose, ai cittadini poco importa. Soprattutto a tutti quei genitori che da più di due settimane combattono tra orari di lavoro inconciliabili e l’esigenza di far pranzare il bambino a casa, in alcuni casi, e la necessità di costringere il proprio figlio ad affrontare un’itera giornata scolastica con un panino, in altri. Senza dimenticare, infine, i 70 lavoratori di Convivio Srl, fino a ieri in attesa di sapere che sorte fosse loro toccata.
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