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di GIUSEPPE GALATI
Ci sono parole che sono pietre e che hanno un senso alto e nobile, a queste si ascrivono quelle citate nell’enciclica “Caritas in Veritate”. “La carità nella verità” è un’enciclica, non solo teologica, e che riguarda, non solo l’agire umano, ma anche quello economico, di ogni tempo, non solo o soprattutto quello dei momenti di crisi che viviamo oggi. Il Santo Padre ha introdotto un tema di grande rilevanza nella politica sociale del nostro tempo e di cogente presa di coscienza, ossia, l’idea che occuparsi degli uomini e della società, delle loro moderne utopie-sogni e delle antiche debolezze, sapendo cogliere le opportunità della società del futuro, è un modo proficuo e giusto per occuparsi di se stesso e degli altri individui, è una visione saggia ed ecumenica che Benedetto XVI consegna al mondo. La Calabria è una regione che ha nel suo dna socio-economico dei modelli di sviluppo e di relazioni tra gli individui controversi, che l’hanno più volte consegnata ai clamori della cronaca per eventi negativi. Si tratta, a mio avviso, di un humus culturale e di retaggi antropologici che hanno di fatto depotenziato la straordinaria capacità di questa terra di saper essere primattrice e di saper indicare al Mezzogiorno la strada maestra per uno sviluppo eticamente e umanamente sostenibile. L’annunciata visita pastorale di Sua Santità in Calabria, prevista per il 9 ottobre del prossimo anno, rappresenta, come ha affermato il vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, Monsignor Luigi Antonio Cantafora, un dono di Dio per la nostra amata terra. Un dono da apprezzare ed accogliere a braccia aperte come momento di forte spiritualità, comunione fraterna ed aggregazione cristiana tra tutti i figli della terra di Calabria. La visita nella nostra regione del vescovo di Roma così come accadde nel 1984 con la visita di Giovanni Paolo II, costituisce, in una fase di smarrimento della società calabrese per i fatti di intimidazione che hanno colpito le istituzioni e i cittadini, una grande speranza e l’aspettativa che, con la visita di un’autorità morale e intellettuale come il Papa, sappia rivitalizzare il torpore creativo della società calabra, fatta di uomini e donne onesti, buoni e operosi, e nello stesso tempo possa arginare la mala pianta che offusca e opprime la crescita economica e svilisce quella umana. L’idea lanciata dal Santo Padre, sempre in “Caritas in Veritate” di sviluppare “una finanza etica” attraverso l’esperienza del microcredito, e più in generale, la micro finanza è opportuna e plausibile soprattutto in un territorio disagiato economicamente come il nostro. Mi preme ricordare il monito lanciato da Benedetto XVI proprio nei giorni scorsi ai vescovi italiani, quando dice che i capitali anonimi che schiavizzano gli uomini e il terrorismo ideologico distruggono il mondo; è questo un monito che puo’ essere applicato alla nostra società che nel suo piccolo è avviluppata in un terrorismo delinquenziale che nuoce alla crescita della Calabria. Perciò, stringiamoci attorno ad un patto sociale tra la collettività sana l’associazionismo cattolico e laico, la politica e le istituzioni tutte perché il Santo Padre possa scoprire nella sua visita in Calabria quel popolo operoso, onesto, generoso e pieno di carità che lo ringrazia per l’interesse pastorale.

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