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di Renato Carpentieri
Dieci punti dalle due ultime in classifica, ma anche tre dalla vetta. Anche se la gara da recuperare tra Pomezia e Latina domenica prossima potrebbe allungare la distanza, ma potrebbe sfumare anche la posizione play off in caso di vittoria del Pomezia che è a dieci punti. Motivi in più per non guardare la classifica nella parte alta. Sarebbe un grande errore perdere di vista i propri obiettivi e i propri limiti. Il riferimento è alla mancanza di uno sponsor. Problema che andrebbe risolto grazie all’intervento di chi a inizio stagione si è prodigato (ma solo a chiacchiere) per sostenere questa squadra. Le chiacchiere però non sono solo dei vari enti e politici, perchè di gente che aveva affermato di desiderare il ritorno tra i professionisti per gremire lo stadio ce ne stata tanta. Questo per ora non avviene. L’occasione per farlo c’è. Ed è opera del presidente del Matera, Tommaso Perniola, che ha tolto una grossa grana alla lega e al Taranto. Iacovone indisponibile e valzer di località. Prima Grottaglie, poi Martina e infine la soluzione più ovvia. Ovvero il cambio di sede. Un’inversione che è stata possibile grazie all’intesa tra le due società alla quale la Lega Pro non ha potuto obiettare. Inoltre c’è un giorno in più per preparare la gara che sarà disputata alla 20 e non più alle 20,30. Ieri il comunicato ufficiale della Lega Pro. Taranto-Matera è stata affidata all’arbitro Adduci Andrea di Paola, in provincia di Cosenza che sarà coadiuvato dagli assistenti Genovese e Amati. «Taranto-Matera, Coppa Italia Lega Pro del 13 settembre, si svolgerà a campi invertiti-si legge nel counicato ufficiale- il giorno successivo per indisponibilità del campo del Taranto su accordo tra le due società e ratificato dalla Lega con comunicato 28CIt pubblicato ieri nel sito. Dunque Matera-Taranto si giocherà il 14 ottobre a Matera con inizio alle ore 20,00».
La società ha deciso di lasciare a cinque euro il prezzo del biglietto, solo per la tribuna coperta costera dieci. La vendita sarà possibile fino alle 18 di giovedì, quindi la società ha già aperto la vendita dei tagliandi per evitare le fastidiose code che stanno avvadendo ancora in campionato.
r.carpentieri@luedi.it
MATERA-Una gioia comune. Tutta la squadra è esplosa al gol di Antonio Del Sorbo. Un abbraccio dopo una lunga corsa tra l’attaccante e il tecnico e tutta la squadra. Un segnale forte. Da decifrare come un grande gruppo che soffre e gioisce insieme. Originale l’esultanza di Girolamo Provenzano che ha raggiunto Antonio Del Sorbo con un calcione amichevole. «E’ vero. Ora che faccio mente locale era l’unico modo per arrivare ad Antonio che viaggiava spedito verso la panchina. Sì, gli ho dato un calcetto sul sedere. E spero di dargliene almeno altri venti. Del Sorbo è fondamentale per noi. Siamo un’orchestra e credo che lo stiamo dimostrando giorno dopo giorno». Provenzano è un giocatore fondamentale in termini di copertura, ma anche in fase di ripartenza. Non a a caso l’azione del gol è partita dai suoi piedi per poi essere sviluppata da Del Sorbo che ha dato palla a Logrieco e il capitano ha chiuso il triangolo con un cross perfetto. «Non capisco quali potessero essere le basi per protestare. Del Sorbo ha dato palla e poi ha concluso. Tutto regolare e limpido. Come d’altronde è tutto il nostro campionato». In effetti, la considerazione da fare è che il Matera ha da recriminare qualcosa.
«Perchè i dodici punti in classifica potevano essere molti di più, visto che a Lamezia meritavamo la vittoria e anche a Melfi potevamo portare via l’intera posta in palio. Certo, dodici punti in sette giornate sono un buon bottino, ma è tutta farina del nostro sacco. Però non dobbiamo commettere l’errore di perdere di vista il nostro obiettivo che rimane la salvezza. Guai a commettere questo errore».
A centrocampo Provenzano ha ormai ritagliato un ruolo ben preciso a prescindere da chi siano i compagni, il riferimento è chiaramente alla staffetta tra Capolei e Stella. «C’è un feeling importante a centrocampo a prescindere da chi siano i partners. Certo, ormai con Logrieco ci intendiamo a meraviglia. Diciamo che in questi due mesi tutto è girato davvero per il meglio. E’ un ambiente tranquillo e ideale per una squadra giovane come la nostra. Però stiamo costatando di conquistare consensi giorno dopo giorno». Ora c’è la sosta in campionato, ma prima bisognerà gbiocare contro il Taranto. «Meno male che non viaggiamo e sono certo che avere il pubblico delle grandi occasioni non potrà che stimolarci. E’ un’altra bella occasione per riavvicinare la gente al calcio. Una gara in notturna e poi tre giorni di riposo per ricominciare nella settimana che precede il match interno con il Milazzo». Terminate le trasferte in Calabria, ora si apre un nuovo capitolo per i biancazzurri. Ma è chiaro che arrivare alla gara do Coppa in questa forma mentale e fisica era l’obiettivo che tutto il team si augurava. E con un Del Sorbo rigenerato, tutto è possibile. Compreso passare il turno».
Renato Carpentieri
MELFI-MELFI-Si attendevano risposte dalla gara di Latina. Sono arrivate, ma non quelle desiderate dall’ambiente gialloverde. Il Melfi perde la sua seconda partita in sette gare, subisce ancora una volta gol, solo a Catanzaro contro un avversario mediocre non è successo, gioca male e si allontana dalla vetta. Un quadro poco edificante.
La prestazione complessiva è stata ancora una volta negativa e purtroppo non è la prima volta che accade. Il grande assente è stato puntualmente ancora il gioco. Lanci lunghi, zero fraseggi, non uno straccio di un azione manovrata capace di mettere in difficoltà l’avversario.
Due soli tiri in porta degni di nota in 90 minuti. Una punizione di Guazzo deviata in angolo dal portiere avversario ed un pallonetto tentato dallo stesso attaccante, terminato fuori nella ripresa. Decisamente troppo poco per una squadra dalle potenzialità come il Melfi. Chiariamo subito un aspetto a tal riguardo. Noi siamo tra quelli, la stragrande maggioranza, addetti ai lavori compresi, che ritiene il Melfi una squadra completa, valida ed in grado di lottare per le prime posizioni.Soprattutto nel contesto di un torneo come quello di quest’anno, inferiore e nettamente per qualità, rispetto ai tornei degli scorsi anni. Lo stesso Latina, attualmente secondo in graduatoria, ma con una partita da recuperare e dunque potenzialmente capolista, emblematicamente ben rappresenta questo concetto. Nonostante la mancanza di veri leader e con l’obbligo per scelta societaria di schierare tre under, il Melfi è compagine di rango. Un portiere all’altezza, una difesa che ha Vignati, Agius, Marino, Vanacore, nomi che si presentano da soli, con l’aggiunta di validi sostegni come Sicignano, fino a poco tempo fa nazionale di categoria, Milella e Contessa.
Maisto a centrocampo con Mitra, Viola, giovane di prospettiva, Scarsella, Naglieri, già alle spalle un campionato da titolare, Pellecchia di cui si sono perse le tracce ma che male non è, Mangiacasale ex Catanzaro dei tempi d’oro e Russo autore già di tre gol e ragazzo assai interessante formano una linea mediana di categoria non inferiore alla concorrenza. Non parliamo poi dell’attacco. Guazzo – Chiaria sono attaccanti di assoluto valore e di indiscussa bravura. Scalzone e Spagna completano il reparto. Insomma una rosa su cui pescare ed attingere ad occhi bendati. D’altronde questa è opinione largamente diffusa. Dunque, se da un organico così, che praticamente per otto / undicesimi ricalca la formazione che ha ben figurato, giocando un gran calcio lo scorso anno, non si riesce a ricavare molto, qualcosa che non va è evidente. Certo Maisto non ancora in forma, non può essere paragonato ad El kamch, gran padrone del centrocampo, ma Russo vale il Loiacono di inizio campionato e globalmente l’undici appare affidabile. Il concetto di squadra è lontano. Non c’è un insieme e l’impronta del duo tecnico non si vede. Siamo praticamente a metà girone di andata visto che con l’Avellino si giocherà l’ottavo turno sui quindici previsti, 30 in totale. Il Melfi si è radunato il 20 luglio, non certo all’ultimo momento. Certo lo si sapeva alla vigilia e lo avevamo ampiamente sottolineato. L’insidia era rappresentata dall’affidarsi ad una guida tecnica inesperta e che tra i professionisti nel caso di Ciullo, aveva annoverato solo presenze da secondo. Un rischio notevole che al momento non sta dando i frutti sperati. Un vero peccato perché l’occasione di quest’anno a nostro parere è irripetibile per il Melfi. Trovarsi per le mani, quasi casualmente, una squadra competitiva, in grado di lottare per il vertice ed assistere ad un evolversi negativo della situazione nel contesto di un campionato decisamente alla portata, in cui faticano ad emergere compagini autoritarie. In questo grigiore ovviamente non sono assolutamente assolti i giocatori. Sono loro che vanno in campo e sono loro chiamati ad una sterzata seria e decisa a partire dalla partita con l’Avellino, sempre più somigliante ad un autentico crocevia. Svoltare ed iniziare a ragionare da grande, o restare immischiati nella mediocrità di un campionato non eccelso, con l’aggravante di osservare distanti formazioni di pari livello, lottare per traguardi importanti.
Emilio Fidanzio

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