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di ANNA MARIA LONGO*
“La Politica ha il dovere di non disperdere il grande patrimonio civile e culturale che la manifestazione a Reggio Calabria indetta dal Quotidiano nella persona del suo direttore Matteo Cosenza ha prodotto e che assume il simbolo di riscatto e liberazione del popolo calabrese dalla criminalità imperante della ’ndrangheta e della mafia. Sono le parole che usa Adriano Musi, commissario del Pd calabrese, per rilanciare e non disperdere quel patrimonio civile-democratico che l’iniziativa della manifestazione a Reggio ha avuto il merito di produrre e rendere visibile; quello di un’altra altra Calabria; quel relitto inabissato di “Intelligenze, di onestà”, di cultura, di Dignità della povertà diffusa e della fatica quotidiana di sopravvivenza. Cosa manca a questa comunione di intenti e di impegni per segnare un passo in avanti della manifestazione e consolidare l’inizio di svolta civile e democratica? In che modo il Pd ritiene di dare il suo necessario ed importante contributo? Quale “progetto” come Pd siamo capaci di proporre e prospettare per una società calabrese che, a livelli diversi, chiede a gran voce di discutere, di misurarsi con i cambiamenti stravolgenti già avvenuti e in atto? Siamo di fronte a mutamenti che hanno cambiato il modo di vivere, il linguaggio, le relazioni familiari, i rapporti sociali territoriali e di classe; smarrito, il baricentro del ‘”senso” della vita, del lavoro, dell’amore, considerati come inutili cimeli di un passato da rottamare e sradicare in nome di un “fare” senza memoria, senza storia, senza cultura, senza confronto per l’afasia di pensieri e parole che albergano solo nella litigiosità, nella polemica personalista. La società italiana e quella calabrese ancor di più , ha perso la sua immagine con cui amava rappresentarsi e si è smarrita nello stravolgimento senza regole, senza punti di riferimento nazionali né di Leader e né di progetto. Non intendo risalire a tutte le cause della globalizzazione e della finanziarizzazione che hanno determinato il cambiamento del sistema economico mondiale e che hanno prodotto la disgregazione del collante civile e sociale delle nazioni a latere di una crisi economica grave e pesante. Il Partito Democratico, mi chiedo, quale “idea” di nuova società ci prospetta? Perché è di questo che dobbiamo parlare ed è su questo tema o problema che dobbiamo rifondare valori ed organizzazione di un nuovo sistema democratico, La manifestazione a Reggio suggerisce nuovi modelli di adesione e partecipazione che vanno presi in considerazione, Ma oltre le modalità che sono di sostanza per una moderna organizzazione democratica, l’impegno di una forza politica “alternativa” al centrodestra dovrebbe essere quello di proiettare un nuovo modello di società sia sul piano economico che culturale passando al vaglio criticamente le incongruenze e le mistificazioni di uno Sviluppo che ha reso i ricchi più ricchi , i poveri più poveri, e tutti più infelici e in affanno. Proiettare il disegno di una società nuova, guardando gli emblematici cambiamenti di stili di vita, di linguaggi, di atteggiamenti ed interessi dei giovani e prospettare un modo di vivere, di produrre, di socializzare volto a sconfiggere individualismi ed egoismi per un’idea seducente di “Comunità più felice”, più sodale, gratificata da altre soddisfazioni. L’inadeguatezza del Partito Democratico calabrese ha portato al suo commissariamento che consideriamo utile per un nuovo inizio, per scrivere la prima pagina di una narrazione politica che trattenga il “meglio” del passato con lo sguardo attento al presente e prospettico al futuro. La sfida è difficile e non si gioca solo in Calabria. C’è una assenza di proposta politica nazionale del Partito Democratico che, non a caso, si smarrisce nei meandri di un programma non sostenuto da convinzioni politiche innervate in un chiaro ed organico Progetto di società nuova. Da ciò, a mio avviso, le incertezze per la scelta degli alleati; la difficcoltà a posizionarsi nelle mille quotidiane circostanze che obbligano la nostra presenza e presa di posizione. Mi piacerebbe discutere di questi argomenti nelle sedi del Pd anche per stornare la concentrazione polemica sulle telenovele dei gruppi e capigruppo che hanno oltremodo saturato . Sarebbe un vero contributo al lavoro di Adriano Musi e l’avvio per una pratica di partecipazione democratica finalizzata a maturare livelli di responsabilità e crescita culturale. La Calabria ha bisogno di rifondare il tessuto democratico; di ri-pensare modalità e pratiche nuove per un coinvolgimento largo ed appassionato dei cittadini alla “cosa” pubblica; un nuovo rapporto con le istituzioni; la capacità di proposta; di critica costruttiva; di sentirsi soggetti pensanti ed attori responsabili. Anche la funzione di “commissariamento” va nell’ottica di un’azione maieutica per un nuovo “ inizio” democratico, per inverare le ragioni della politica. E’ possibile stabilizzare un rapporto con tutti i sindaci che hanno partecipato alla manifestazione di Reggio per sostenerli nel loro lavoro e nel contempo promuoverne il ruolo politico? Costituire un “Presidio” democratico, una configurazione politica-istituzionale di nuovo conio? Importante è non disperdere e reinvestire con tenacia ogni segmento democratico; importante è tenere aperto il confronto su cosa intendiamo per fare “Politica”.
*Direzione regionale Pd
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